Il 4 dicembre saremo chiamati a votare Sì o No al referendum, saremo chiamati a decidere se la legge di riforma della nostra Costituzione sia effettivamente il bene per il paese. Per sua stessa ammissione, Matteo Renzi ha dato un'impronta personale all'esito della votazione legando di fatto la riforma alla sopravvivenza del suo governo; la classe Politica dal canto suo non ha fatto altro che strumentalizzare e politicizzare il referendum mettendo in secondo piano l'effettivo contenuto della manovra. L'obiettivo dell'articolo è proprio quello di riassumere puntualmente le modifiche in maniera imparziale.

Innanzitutto la legge di riforma va intaccare ben 47 articoli, tutti nella seconda parte della nostra costituzione, quella che riguarda i rapporti tra lo stato centrale, le Regioni e le autonomie locali.

Affrontiamo il primo punto:

SUPERAMENTO DEL BICAMERALISMO PARITARIO e RIDUZIONE NUMERO DEI PARLAMENTARI

Attualmente il parlamento è composto da due camere: Camera dei deputati, 630 membri, e Senato della Repubblica 315. Entrambe le camere hanno gli stessi poteri ed entrambe votano la fiducia al governo. La riforma prevede quanto segue:

  • Solo la Camera dei deputati voterà la fiducia al governo
  • Il Senato passerà da 315 membri a 100
  • I nuovi membri saranno eletti tra i consiglieri regionali e i sindaci dagli stessi consiglieri regionali (il Senato non sarà più eletto direttamente)
  • Il Senato non avrà potere di iniziativa nel presentare proposte di legge
  • Potrà chiedere il riesame di una legge approvata alla Camera entro 30 giorni dalla approvazione
  • Condividerà con la Camera decisioni importanti su materie come la costituzione, la permanenza nell'UE, ecc.
  • Il Senato, in quanto rappresentanza delle autonomie locali, avrà ruolo di raccordo tra queste e lo stato centrale. (ruolo ancora da definire)

SOPPRESSIONE DEL CNEL

Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro è un organo previsto dalla costituzione ed ha un ruolo solamente consultivo, attualmente è costituito da 65 membri.

La riforma prevede la sua abolizione.

REVISIONE DEL TITOLO V DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE

Il titolo quinto è quella parte della Costituzione che regola i rapporti tra lo Stato e le autonomie locali: Comune, Provincia e Regione. Cosa la riforma modificherebbe:

  • Abolizione delle Province
  • Possibilità di formare Enti di area vasta di collegamento tra Regione e Comuni
  • Eliminazione delle materie concorrenti: non vi saranno più materie dove lo stato interviene insieme alle autonomie, in sostanza viene tracciata una distinzione tra le competenze dell'una e dell'altra parte.
  • Viene garantita più autonomia alle regioni in pareggio di bilancio

CONTENIMENTO DEI COSTI DI FUNZIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI

Tutti i punti precedentemente trattati contribuiscono alla riduzione dei costi del funzionamento delle Istituzioni.

Dati questi punti sintetici dovremmo chiederci se questa è davvero la migliore riforma possibile al momento, se questa legge non abbia implicazioni politiche troppo rischiose, se l'apparente velocizzazione dell'iter di una legge sia da preferirsi a una maggiore qualità della legge.