Era stato per primo il presidente del Consiglio Matteo Renzi a definire una “accozzaglia” gli animatori della campagna per il No al referendum costituzionale del 4 dicembre. I volti di Massimo D’Alema; Renato Brunetta, Mario Monti, Beppe Grillo e Ciriaco De Mita, tra gli altri, sono finiti persino su un volantino che il Pd si appresta a recapitare nelle case degli italiani. Adesso il variegato fronte del No risponde con le stesse armi alla sfida del premier. Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio pubblica una lista, con tanto di foto, di quella che viene definita “l’accozzaglia del Si”.
Intanto, decine di volti noti del Cinema italiano firmano un appello per il Si. Sembra di rivivere l’atmosfera che ha preceduto la vittoria di Donald Trump negli Usa. Ecco un veloce elenco dei ‘vip per il Si’.
I nomi della ‘accozzaglia’ del Si
Apriamo l’elenco con alcuni nomi altisonanti del patinato mondo dello spettacolo. Tra i firmatari dell’appello del Cinema italiano per il Si (finanziato dal governo Renzi con 400 milioni l’anno col decreto approvato il 3 novembre scorso) ci sono Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Silvio Orlando, Ferzan Ozpetek, ma anche il ballerino Roberto Bolle e sportivi come Marco Tardelli. Tra i firmatari dell’appello risultano anche il fondatore della casa di produzione Cattleya Riccardo Tozzi, compagno di Cristina Comencini, a sua volta madre del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Ha firmato anche Mario Gianani, azionista della Wildside e consorte di un’altra ministra, Marianna Madia.
Tra i politici per il Si, oltre, ovviamente, a Matteo Renzi e alla ‘madrina’ della riforma Maria Elena Boschi, troviamo Denis Verdini, Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto, Giorgio Napolitano, Vincenzo De Luca e un altro Vincenzo campano, D’Anna.
Una citazione particolare la meritano anche le ultime new entry ‘da sinistra’ Gianni Cuperlo e Giuliano Pisapia.
Folta anche la schiera di cosiddetti tycoon del mondo dell’impresa favorevoli alla riforma della Carta. Si va dall’ad di FCA Sergio Marchionne al proprietario del Billionaire Flavio Briatore. Ma sono della partita anche Ennio Doris, Fedele Confalonieri, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il ‘duo Olimpico’ formato da Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò, il decano dei banchieri Giovanni Bazoli, il finanziere renziano Davide Serra e Pietro Salini, ad della tanto chiacchierata Salini-Impregilo.
Innumerevoli anche i giornalisti arruolati nel fronte del Si, da Giuliano Ferrara a Fabrizio Rondolino, da Vittorio Feltri a Claudio Velardi. Una citazione particolare va ai politici stranieri che non possono fare a meno di tifare per il Si: Angela Merkel, Barack Obama, Jean Claude Juncker, Pierre Moscovici, Thomas De Maiziere e il potentissimo capo di Jp Morgan Jamie Dimon. Insomma, l’establishment mondiale e italiano praticamente al completo.