Contro ogni pronostico Donald Trump è divenuto il 45° presidente degli Stati Uniti d’America. Ma il tycoon miliardario non ha dovuto vedersela solo con Hillary Clinton e con i Poteri Forti di Washington e di Wall Street nella lotta per la conquista della Casa Bianca. I suoi più accaniti avversari, infatti, sono stati i media mainstream e i grandi giornali (non solo americani), i personaggi famosi della musica, del cinema e dello sport (tranne pochissime eccezioni). Insomma, quelli che nella vulgata comune e popolare vengono definiti membri dell’establishment radical chic che avevano persino girato un video dal titolo Save the Day.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i nomi dei principali Vip sconfitti da ‘The Donald’.

La figuraccia dei mass media

Ieri, appreso lo scioccante risultato, gli imbarazzatissimi grandi quotidiani americani si sono subito rimangiati la campagna di odio riversata contro il neo presidente in questi mesi. “Trump triumphs”, titolavano all’unisono il New York Times e il Washington Post. Solo un secco “President Trump” per il Wall Street Journal, mentre il Los Angeles Times si arrende allo “Stunning Trump wins” (assordante, sbalorditivo vincitore ndr).

Se negli Usa i media si cospargono il capo di cenere, i giornalisti italiani, soprattutto quelli dell’intellighentia una volta di Sinistra, hanno fatto una figura da provinciali.

“Trump è un guaio mortale”, aveva sentenziato il 6 novembre il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Quasi profetico l’8 novembre, ma al contrario, era stato l’attuale direttore del quotidiano del Gruppo Espresso, Mario Calabresi, convinto che “stiamo scivolando sempre più nel tempo dell’irragionevolezza, irragionevole infatti sarebbe Donald Trump alla Casa Bianca”.

Catastrofista si era dimostrato Gianni Riotta, il quale il 1 novembre scriveva che “Trump presidente sarebbe un azzardo totale, mischiando la resa totale a Mosca con sprazzi di belligeranza isterica”. Più sul ‘comico’, invece, avevano provato a buttarla Vittorio Zucconi (“Trump pensa che i codici nucleari siano numeri di telefono di modelle e starlette disponibili”) e Beppe Severgnini (“Nessuno, da sobrio, affiderebbe a Trump la guida della prima potenza del mondo”).

L’appello dei Vip caduto nel vuoto

Non si era mai visto uno schieramento così compatto del magico mondo dello spettacolo contro un candidato alla Casa Bianca come nel caso di Donald Trump. Con le sole eccellenti eccezioni di Clint Eastwood, John Voight e Mike Tyson, tutto il carrozzone hollywoodiano e buona parte del mondo della canzone e dello sport a stelle e strisce si è impegnato fino allo spasimo in un gigantesco endorsement per la ‘donna di Washington’ Hillary Clinton. La cantante Madonna aveva persino promesso di praticare sesso orale (come Monica Lewinsky) fino alla fine a tutti gli elettori della moglie di Bill. Schierati con Hillary anche Bono Vox, Bruce Springsteen, Elton John, Beyonce con il marito rapper Jay-Z, Katy Perry, ma anche attori come Robert Downey Jr, Leonardo Di Caprio, Robert De Niro, Tom Hanks, Dustin Hoffman, Maryl Streep e George Clooney. Tra gli sportivi, il nome più famoso è forse quello del cestista della Nba LeBron James. Ma la lista fornita è largamente incompleta per motivi di spazio.