Non si placa lo scontro tra l'Italia e il Parlamento europeo. Dopo l'acceso dibattito dei giorni scorsi, l'asse Roma-Bruxelles vede ancora polemiche. Matteo Renzi anche oggi 'alimenta'la polemica difendendo le scelte del governo italiano, che non va in Europa ad ubbidire ai diktat ma portando idee innovative e i propri valori.

Matteo Renzi, scontro con Juncker e i tecnocrati

In conferenza stampa stamattina durante un incontro con i sindaci della provincia di Asti, come riporta l'Ansa,il premier Renziavrebbe detto:'Basta dire che ce lo chiede il Parlamento Europeo, non si deve essere il salvadanaio di quei Paesi sempre pronti a prendere e mai a dare'.

Il Presidente della commissione europea juncker già ieri sera ha constatato pubblicamente la sua non curanza nei confronti delle esternazioni del nostro governo, che chiede ormai da mesi di rivedere le norme in merito di austerità al fine di trovare un giusto equilibrio e flessibilità nel Patto di Stabilità dei Paesi membri. Nella giornata di oggi sempre Juncker si è scagliato ancora contro Renzi, non accettando la dicitura di burocrati e tecnocrati proposta dal premier italiano.

Junker: Me ne frego

Sono giorni di diplomazia e conferenze stampa, forse il Presidente della commissione europea con il suo "me ne frego" ha davvero portato i toni della discussione verso uno scontro aperto. In conferenza stampa, organizzata dai sindacati europei, il Presidente Junker ha sbottato contro il Premier Renzi e il governo italiano accusando il bel Paese di non smettere di attaccare la commissione a torto.

Secondo Juncker il costo del terremoto e dei rifugiati non giustificherebbe un deficit di bilancio importante come quello paventato dal governo Italiano che chiede di arrivare al 2,4%, mentre era previsto l'1,7%.

Mentre per lo stesso Juncker il costo della ricostruzione dell'ultimo sisma e la gestione dell'emergenza dei rifugiati rappresenterebbero solamente lo 0,1% delle voci in capitolo.

Lo scontro è aperto e la battaglia è cominciata, la Manovra finanziaria dovrà essere approvata al più presto possibile, la diplomazia con il Ministro dello Sviluppo economico Calenda è al lavoro per ricucire i rapporti con Bruxelles, che dal canto suo minimizza l'uscita di Junker come commento alle provocazioni del Premier Renzi.