“Una volta mi definisce un pericoloso dittatore, un’altra un leader”. Matteo Renzi non sa o non vuole spiegarsi le parole di Silvio Berlusconi che ieri l’aveva definito l’unico leader del panorama politico italiano, insieme a se stesso, naturalmente. Durante un’intervista a Rtl 102.5 il leader del Partito Democratico sembra voler ignorare quello che a molti era apparso come un tentativo di riavvicinamento del presidente di Forza Italia, in previsione di un nuovo governo, dopo l’eventuale vittoria del no al referendum.

No a governi di scopo

Ma l’ipotesi di guidare un esecutivo diverso dall’attuale non va proprio giù al presidente del Consiglio: “Non ce la faccio a rimanere abbarbicato ad una poltrona per il gusto di mantenerla – assicura Renzi – se gli Italiani vogliono un Paese dove sempre i soliti continuano a fare inciuci, io non sono disponibile”.

Il premier, come già aveva fatto domenica a “Che tempo che fa” da Fabio Fazio, ribadisce di non voler partecipare a certi teatrini della vecchia politica creando “governi di scopo o governicchi”: da fautore del cambiamento, si dice non interessato a galleggiare per conservare il potere.

Le conseguenze del referendum

Renzi poi torna a parlare dell’eventuale risultato del referendum: “Se vince il no, non ci sarà l’invasione delle cavallette o un Armageddon – attacca – semplicemente con un risultato simile non cambia nulla”. Quindi il voto favorevole, che secondo il premier alla fine prevarrà grazie agli indecisi, serve ad evitare che si torni ai giochini della vecchia politica ed agli inciuci tra i soliti nomi, quei privilegiati che con i loro vitalizi e superpensioni sono, per il presidente del Consiglio, impegnati a contrastare una riforma che nemmeno hanno letto.

Una nuova legge elettorale

Renzi parla anche della legge elettorale e ribadisce che, ormai è chiaro, andrà cambiata, qualunque sia il risultato del referendum, anche se non nasconde che se fosse per lui l’Italicum, con la formula del ballottaggio tra i due maggiori partiti, andrebbe conservato. Il capo dell’esecutivo si propone anche per un faccia a faccia con Silvio Berlusconi o Beppe Grillo. Ma nessuno dei due sembra propenso ad accettare; così Renzi rilancia: “Se Grillo vuole che mi confronti con qualcuno più giovane, mi va bene anche Davide, il figlio di Casaleggio”.