Nel 2008 vedendo un presidente degli States come Obama si poteva affermare: “chiunque può diventare presidente” con una certa ammirazione e un pizzico di sogno.

Nel 2016 vedendo un presidente come Trump si può affermare: “chiunque può diventare presidente” con una fondata preoccupazione e un pizzico di timore verso il nostro futuro sempre più incerto.

Nel 2008 diventa presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama con l’omonimo slogan “Yes, We Can”. L’elezione di un presidente nero aveva portato un’ondata di speranze negli animi di tutti i cittadini americani.

Nel 2016, dopo otto anni dal suo insediamento, tirando le somme del suo mandato, si è visto come in politica estera si sia comportato con spregiudicatezza e senza avere come punto di riferimento la pace nel mondo. Le elezioni del 2016 erano iniziate quindi con un partito democratico che non era riuscito a guadagnarsi il consenso della gran parte degli elettori americani e che sembrava paralizzato dal desiderio di voler rimanere a capo del sistema. Come in Italia, Francia, Germania, Austria e altri paesi, così anche negli USA si è rafforzato il movimento contro-sistema, contro la cosiddetta casta. In questo fermento, in questa polveriera ha trovato pane per i suoi denti un personaggio come Trump.

Carismatico, spregiudicato, politicamente scorretto e maschilista. Tutto ciò che per i facenti parte del sistema, e quindi giornali, siti d’informazioni o istituzioni estere, rappresentava una pazzia, un fondamentalismo talmente fuori dal comune da sembrare debole e improponibile. Tutto ciò, invece, è sembrato per il povero ferramenta del Texas o per il disoccupato della Michigan, una speranza, questa volta per davvero, per dire no a tutto il sistema che aveva portato lui stesso a non avere più un ruolo.

I maggiori giornali americani non sono riusciti a sentire la pancia del paese, le urla dei più poveri, le insoddisfazioni dei proletari e si sono chiusi nella convinzione che il sistema stesse ancora funzionando e che avrebbe sempre funzionato. Gli stessi democratici non hanno avuto la lucidità di capire che una scelta come la Clinton avrebbe impersonificato quel sistema che sta al potere da decenni e verso il quale la massa o Popolo si sta scagliando.

Ciò che ora tutti, o forse no, si augurano è che questo evento non sia di ispirazione per tutti quei partiti che riconoscono la politica e chi ne fa parte come male assoluto da combattere, da eliminare. Ricordiamoci che noi, studenti del Liceo Classico, insegnati, professionisti, avvocati, medici, facciamo parte di quel sistema, facciamo parte di quelli che dicono: ”non avrà ripercussioni in Europa”…forse per rassicurarci, per proteggerci dalla realtà che non abbiamo il coraggio di affrontare a viso aperto. Preferiamo difenderci dietro parole, dentro stanze del potere, studi televisivi, discussioni al ristorante e ignorare che il malcontento sia un problema da affrontare prima che sia troppo tardi.

Ma si sa, chi è contro il sistema finisce per farne parte ed è proprio per questo, che per me, Trump creerà una altra branca dello stesso sistema. Magari non starà con la Clinton, Obama o Kerry, ma sarà nella stanza a fianco, a fumarsi un buon sigaro cubano con Giuliani, Bannon e, perchè no, Putin.