La sconfitta del Premier Matteo Renzi, con il Referendum Costituzionale del 4 dicembre dove ha vinto con grande maggioranza il "No", voluto dal 59,5% degli italiani, seguita dall’annuncio delle sue dimissioni precedentemente promesse, effettuato in conferenza stampa a Palazzo Chigi, ricorda in parte il discorso di David Cameron travolto dalla vittoria della Brexit. Tutto sommato, in tutto l’Occidente, nell’anno in corso si è assistito ad una corrente antiestablishment, che decisamente soffia contro le leadership che si trovano al potere, smentendo in assoluto tutti i sondaggi e le previsioni effettuate dai media.
Secondo i calcoli, di tutti gli esponenti di spicco della Politica dell’Occidente, nel 2017 rimarrà solo la Merkel, con il punto interrogativo sul voto di settembre.
La politica contro-corrente dell'Occidente
La “corrente” aveva già cominciato il suo percorso ad est, dove al governo nazional-populista ungherese si era aggiudicata la vittoria il Partito Diritto e Giustizia in Polonia. In Spagna invece è stato bocciato al voto il governo di Mariano Rajoy, colpito da scandali di corruzione, mentre il Partito Socialista è stato investito da una guerra che ha portato alle dimissioni di Pedro Sanchez. In Gran Bretagna, Cameron ha richiesto il referendum sulla Brexit, convintissimo di vincere: il 23 giugno ha perso la sua scommessa e si è dimesso lasciando il paese nella totale incertezza su tempi e modi riguardanti l’uscita dall’Unione Europea.
In Austria le elezioni presidenziali hanno travolto sia il Partito Socialdemocratico, sia quello popolare: Van ser Bellen ha vinto il ballottaggio, ma il voto sembra esser stato annullato per questioni definite “formali”, di recente però è stata riconfermata la sua vittoria. Il vento controcorrente ha ovviamente toccato in particolar modo gli Stati Uniti, dove si è assistiti alla vittoria “a sorpresa” di Donald Trump, malgrado le varie ostilità manifestate sia dal Partito, sia da sondaggi, previsioni e stampa.
L'eccezione tedesca: Angela Merkel
L’eccezione della corrente antiestablishment sembra riguardare proprio la Merkel che si ricandiderà per il quarto mandato, a settembre 2017: anche lei sembra però non avere la strada del tutto spianata, data la questione migranti che ha nettamente alimentato l’opposizione interna al suo partito.