Grillo bocciato in Europa. La richiesta del Movimento 5 Stelle di entrare a far parte di Alde (Alleanza dei liberali e dei democratici per l'Europa) al Parlamento europeo è stata respinta. A dare la notizia del rifiuto il capogruppo Guy Verhofstadt: "Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un'agenda comune per riformare l'Europa". E sempre per l’esponente liberale, “non c'è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del Movimento 5 Stelle di unirsi al gruppo Alde. Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave".

La reazione dei Cinquestelle

Durissima la reazione del M5S, che dal blog di Beppe Grillo accusa l’establishment di aver stoppato l’entrata del movimento nel terzo gruppo più grande del Parlamento europeo. Una posizione che secondo i pentastellati avrebbe consentito di rendere più efficace la realizzazione del programma del movimento. E sempre nel post si aggiunge che “tutte le forze europee si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima”. Infine, si assicura che proseguirà l’attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm (Direct democracy movement).

Cinquestelle nella bufera?

E adesso c’è da star sicuri che le polemiche sul cambio di rotta voluto da Grillo e Davide Casaleggio per abbandonare al Parlamento europeo il gruppo Efdd (Europa della libertà e della democrazia), costituito con Nigel Farage e il suo Ukip, e passare in un battibaleno con i liberali di Alde, continueranno.

La consultazione online indetta in tempi rapidissimi per votare questo cambiamento radicale, viste le differenze nei programmi politici dei due partiti, aveva ottenuto il 78% dei consensi, ma aveva comunque fatto storcere il naso a una bella fetta della base pentastellata. Che probabilmente insorgerà in modo ancora più determinato, se dovessero essere confermati nella loro veridicità i documenti consegnati dai parlamentari dell’Alde insoddisfatti dell’accordo: dimostrerebbero come Grillo e Verhofstadt fossero arrivati a una fase delle trattative molto avanzata.

In più, a mettere altra benzina sul fuoco, come riporta "Il Post", ci sarebbe un altro documento reso noto da David Carretta, corrispondente da Bruxelles di Radio Radicale: datato 6 gennaio, cioè due giorni prima del voto sul blog, sembra specifichi, grazie alla nuova alleanza, la divisione dei fondi spettanti al gruppo parlamentare e quella delle presidenze di commissione.

Una mossa che avrebbe portato più fondi e un possibile maggior numero di incarichi. Sempre in questo documento, il M5s si sarebbe impegnato a sostenere Verhofstadt come candidato alla presidenza del Parlamento Europeo. E quando si terrà l'elezione? Fra pochi giorni, il prossimo 17 gennaio.