Stati Uniti 'tagliati fuori' da qualunque negoziato sul futuro della Siria. Sembrava chiaramente questa l'intenzione di Russia e Turchia, il cui accordo ha permesso di mettere in atto una delle tregue più durature in quasi sei anni di guerra civile nel martoriato Paese mediorientale. Al tavolo dei negoziati tra il governo di Bashar al-Assad ed i leader ribelli moderati avrebbero partecipato anche i rappresentanti dell'Iran oltre quelli dei due Paesi autori dell'intesa. Ma la notizia di ieri, resa nota dal ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, è che anche gli Stati Uniti potranno dire la loro, essendo stati ufficialmente invitati al vertice.

In realtà la decisione non coglie affatto di sorpresa, nel giorno in cui si svolgerà il summit in Kazakistan, infatti, ci sarà già una nuova amministrazione alla Casa Bianca. La mossa va vista come una mano tesa di Vladimir Putin e dei suoi alleati nei confronti di Donald Trump.

Preliminare del vertice di Ginevra

Negli Stati Uniti, la notizia è stata diffusa dal Washington Post. L'invito è stato presentato dall'ambasciatore russo negli States, Sergej Kislyak, nel corso di un colloquio telefonico con Michael Flynn, consigliere alla sicurezza nazionale scelto da Trump, avvenuto lo scorso 28 dicembre. Secondo il Cremlino, il vertice di Astana costituisce un preliminare importante dei colloqui di Ginevra in programma l'8 febbraio prossimo, ai quali prenderà parte l'inviato delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan De Mistura.

Sul fronte siriano, il presidente Bashar al-Assad ha già confermato la sua disponibilità a condurre i negoziati. "Damasco non ostacolerà il dialogo - ha sottolineato - mi auguro soltanto che la nostra controparte sarà rappresentata dalla vera opposizione siriana, intendo quella con consenso popolare in Siria e non tra i Paesi stranieri che l'hanno supportata".