Donald Trump, a soli pochi giorni dal suo insediamento, ha avviato un programma politico di stampo protezionista emanando un ordine esecutivo contro i cittadini musulmani e dando il via alla costruzione del muro al confine col Messico, il tutto giustificato da una presunta nobile causa: “Per la protezione della nazione contro l'ingresso di terroristi stranieri".
La protesta
In America dilaga la protesta contro il bando di Donald Trump all'immigrazione. Mentre continuano gli scontri e i presidi negli aeroporti statunitensi di New York, Chicago, Los Angeles, Boston, Atlanta e altre città, oggi i manifestanti hanno assediato la Casa Bianca sbandierando lo slogan “No Muslim ban” lanciato sulle reti social.
Un'altra folla si è radunata invece a Battery Park, di fronte alla Statua della libertà – simbolo emblema dell'accoglienza americana – al grido di “No Ban No Wall”, “Dump Trump”, “We are all american”.
L'ordine esecutivo firmato venerdì dal neo presidente americano ha scatenato le reazioni del mondo politico e culturale. Dichiarazione congiunta quella di 16 procuratori generali americani che hanno definito incostituzionale il provvedimento di Trump. Esponenti politici internazionali, dalla Merkel a Gentiloni, si sono uniti sul fronte della condanna e della rivendicazione dei valori di solidarietà e tolleranza. Dal Canada messaggio di disapprovazione da parte del Primo Ministro Justin Trudeau che ieri ha twittato: "A chi fugge dalle persecuzioni dal terrore e dalla guerra, sappiate che i canadesi vi daranno il benvenuto”.
La Black list di Trump
L'ordine esecutivo vieta l'ingresso negli Stati uniti ai cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana: Siria, Iraq, Iran, Yemen, Somalia, Sudan e Libia. Se per i cittadini siriani – vittime della guerra civile dal 2011 – è vietato l'ingresso negli USA fino a nuovo ordine, per i cittadini degli altri sei stati il divieto varrà per i prossimi 90 giorni.
Sospeso per 4 mesi il progetto per i rifugiati vittime dei conflitti nato nel 1980 e sospeso una sola volta in seguito agli attentati dell'11 settembre 2011.
I casi degli esclusi
Il regista iraniano Asghar Farhadi, il cui film Il Cliente concorre come miglior film straniero agli Oscar, non parteciperà alla cerimonia di premiazione il prossimo 26 febbraio.
Unanime la protesta contro il bando di Trump da parte dell'Academy. L'atleta Mo Farah quattro volte oro olimpico è un cittadino britannico di origini somale che da sei anni vive in Oregon con la famiglia e rischia di non poter più ricongiungersi con moglie e figli, poiché il proprio paese natio è inserito tra quelli banditi da Trump e attualmente si allena in Etiopia. “La mia storia è un esempio di ciò che può accadere se si perseguono i valori di compassione e comprensione e non di odio e isolamento. Donald Trump sembra che mi ha trasformato in uno straniero”, ha dichiarato sui social.
Spot Corona
"L'America tornerà ad essere grande”, ha dichiarato più volte Donald Trump nella sua campagna elettorale.
Contro la costruzione della barriera al confine col Messico risponde il Grupo Modelo, l'azienda messicana che detiene il marchio di birra Corona (uno dei 5 più venduti al mondo). Uno spot che celebra i valori e le bellezze dei luoghi americani, dal Canada all'Argentina, sottolineando che l'America è già grande, è già unita. “Siamo 35 Stati uniti. E oggi ci vestiamo con un un solo stemma. Siamo tutti americani ed è per questo che l'America è sempre stata grande", recita la pubblicità.