Il principe Carlo ha commentato il controverso decreto del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che vieta l’ingresso nel suo paese ai rifugiati siriani, affermando che l’umanità, a suo parere, non ha imparato le lezioni dell’Olocausto. Questo scrive martedì, 31 gennaio, il quotidiano britannico The Guardian.

Queste parole sono state pronunciate dall'erede al trono britannico, in occasione dell’annuale cena di beneficenza, organizzata umanitarie agenzia World Jewish Relief, un paio di giorni dopo la firma del pacchetto di decreti che limitano temporaneamente il rilascio di visti americani per i cittadini di sette paesi musulmani.

"Ho sempre cercato di ampliare i confini imposti dalla religione e dalla società, e dare una mano a tutti i bisognosi. La carità è essenziale soprattutto in questo momento, quando siamo di fronte al pericolo di dimenticare le terribili lezioni dell’ultima guerra", ha detto il principe Carlo.

Questa dichiarazione è seguita all'invito di Trump a Londra, fatto dal capo del governo britannico Theresa May, contro cui si oppongono più di mezzo milione di cittadini britannici, che hanno messo la loro firma sotto una petizione sul sito del parlamento.

A causa di questi eventi l’ex capo del ministero degli esteri britannico ha proposto di rinviare la visita di Trump per un periodo di tre anni, per liberare la regina dall’imbarazzo.

Il principe Carlo, secondo il protocollo, deve essere presente alla riunione con il presidente americano.

A questo si aggiunge un ulteriore grattacapo per la Regina Elisabetta: il presidente Trump non vorrebbe incontrare il principe Carlo perché - stando ad alcune sue dichiarazioni - sarebbe "troppo ambientalista". Sono noti gli ultimi decreti di Trump che permettono la costruzione di due grandi oleodotti che attraverseranno l'America da una parte all'altra della nazione.

Uno in particolare sarà lungo più di 2000 km e la sua costruzione era stata fronteggiata e bloccata dall'ormai ex presidente Obama.

L'ascesa di Trump sembra non incontrare grossi difficoltà, finora. Ma la condanna delle Nazioni Unite è già arrivata.