Donald Trump si dice pronto ad eliminare le sanzioni verso la Russia. Il presidente eletto punta sulla strada del dialogo e della cooperazione con la Federazione Russa. La disponibilità ad eliminare le sanzioni economiche mostra un cambiamento della politica estera statunitense. Dopo che l'amministrazione Obama ha surriscaldato il clima di tensione espellendo 11 diplomatici russi, Trump preferisce giocare sulla distensione e sulla collaborazione dei "due blocchi".

Apertura sulla "questione siriana"

La Russia qualche giorno fa ha invitato la futura amministrazione ad unirsi ai negoziati di pace sulla Siria che Mosca vuole avviare con Turchia e Iran.

Lo rivela il "Washington Post" citando fonti del transition team del presidente eletto. L’invito sarebbe arrivato durante una telefonata tra Michael Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale nominato da D. Trump, e l’ambasciatore russo a Washington Sergei Kislak tenutasi il 28 dicembre. Questo potrebbe portare ad un primo accordo tra i due governi, un segno di apertura per il futuro.

Un passo per il dopo Obama

L’amministrazione Obama nell'ultimo periodo era stata completamente esclusa dall’iniziativa di Mosca sui negoziati di pace sulla Siria. L'apertura a Trump e la sua partecipazione al tavolo, soprattutto in caso di raggiungimento di un accordo effettivo, potrebbe rappresentare un primo passo per il rafforzamento della cooperazione tra le due potenze, dopo anni di rapporti tornati quasi ai livelli della fine della guerra fredda.

Anche se dalla parte americana non è stata presa ancora nessuna decisione, questo evento potrebbe portare ad un vero accordo sul conflitto in Siria e alla sua conclusione. In termini politici sarebbe la prima vittoria di Trump da presidente degli Stati Uniti.

Virata della politica estera

Il magnate americano lascia presagire un cambio pressochè totale della politica estera che la sua amministrazione attuerà, in confronto alla politica attuata da Obama.

La distensione dei rapporti con la Russia, la pace in Siria, il rafforzamento dei rapporti con Israele, l'allentamento della cooperazione NATO, sembrerebbero un cambiamento radicale della politica vista negli ultimi 8 anni.