Il congresso del Pd si farà. Nonostante il tentativo di rimandarne la convocazione sia stato portato avanti dalla minoranza in queste convulse giornate tra Assemblea nazionale, Direzione del Partito e la riunione odierna della commissione congressuale. Alla fine di una giornata di attesa, il Vice Segretario Guerini ha annunciato la data: il congresso Pd si terrà il 30 aprile e le consultazioni per le primarie si svolgeranno dalle 8 di mattina alle 20. Così ha deciso la commissione congresso all'unanimità. Al momento sono quattro i nomi che correranno per contendersi la segreteria.

Oltre al leader uscente Matteo Renzi, si sfideranno, come noto, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il Guardasigilli Andrea Orlando. Ultima arrivata l'unica candidata femminile, Carlotta Salerno. Almeno al momento, perché c'è ancora tempo - fino al 6 marzo - per presentare la propria candidatura. Questo almeno in teoria. Sarà difficile che in un quadro già sufficientemente composito, possa esserci qualcuno che ambisca alla segreteria del Partito. Soprattutto per il peso dei tre nomi, che al momento si sono ufficialmente candidati.

Come si voterà al Congresso del Pd

Le regole non sono cambiate. Richiesto, come già accaduto nelle primarie precedenti, il versamento della quota di due euro e la sottoscrizione, da parte dei votanti, di una dichiarazione con cui ci si professa elettori del Pd.

Il Congresso inizierà con la convocazione dapprima, delle riunioni dei circoli per la presentazione delle candidature, quindi, con le riunioni provinciali - data prevista il 5 aprile - e infine con la Convenzione nazionale che si terrà invece il 9 aprile prima del gran finale con le primarie del 30 aprile. Se nessuno dei contendenti dovesse raggiungere il 50% dei consensi, si procederà con il ballottaggio fra i primi due candidati.

La data del congresso agita le anime del Pd

Polemica sulla data scelta, fra coloro che preferivano spostare più in là la scadenza. Sia fra i sostenitori di Michele Emiliano, dove un fedelissimo come Boccia avrebbe voluto più tempo per il congresso e un esponente di spicco della sinistra dem, come Cuperlo, chiede il rispetto di "pari opportunità" per i candidati, tenuto conto che uno di loro - Matteo Renzi - "é stato segretario del Partito negli ultimi tre anni e mezzo".

Quel che é certo, almeno a detta di Piero Fassino, é che la data scelta "chiude definitivamente all'ipotesi di un voto anticipato a Giugno".

Intanto Renzi é negli U.S.A e da lì, nonostante in molti ne invocassero la presenza in Italia in queste giornate così drammatiche per il Partito, tace e lascia che siano i suoi a portare avanti le prime scaramucce congressuali.