Se da un lato la folla rumorosa imperversa per le strade americane manifestando contrarietà ai recenti provvedimenti presi dal neo-presidente Donald Trump, tra cui il cosiddetto "muslim ban" in tema di accoglienza dei rifugiati, si scopre però l'altra parte degli americani, quella più silenziosa, quella che con un silenzio quasi assordante irrompe sulla scena pubblica attraverso i risultati del sondaggio proposto da Reuters/Ipsos.
La popolazione americana è nettamente divisa sull'ordine esecutivo di Trump che blocca temporaneamente gli accessi ai rifugiati provenienti da 7 paesi a maggioranza islamica (Iraq, Iran, Siria, Libia, Sudan, Yemen e Somalia), quello che ormai passerà alla storia con il nome di "muslim ban" ovvero il "bando islamico".
Infatti, dal sondaggio, emerge che il 49% degli americani adulti si trova "fortemente d'accordo" o "abbastanza d'accordo" con Trump, il 41% "disapprova abbastanza" o "disapprova fortemente", mentre rimane un 10% che non sa. Anche sulla percezione della sicurezza c'è una notevole spaccatura: se il 31% dei rispondenti dichiara di sentirsi più sicuro dopo il provvedimento, allo stesso momento il 26% dichiara di sentirsi meno sicuro.
Anche i Democratici e Reppublicani sono divisi al loro interno. Se la popolazione nel suo insieme è divisa, sempre il sondaggio Reuters/Ipsos, mette in evidenza la spaccatura che c'è all'interno dei due schieramenti politici americani: infatti mentre il 51% dei Repubblicani approva il "muslim ban" solo il 53% dei Democratici lo disapprova fortemente.
Questo significa che c'è una certa trasversalità negli schieramenti nel giudicare la Politica di Trump.
Nel frattempo occorre constatare che il controverso provvedimento, che secondo Trump non è un bando nei confronti dei musulmani ma una decisione "contro gli estremisti islamici" mentre per i suoi oppositori è un bando nei confronti dei mussulmani (muslim ban), sta gettando nel caos la pubblica amministrazione statunitense e sta creando problemi a diversi cittadini stranieri regolarmente residenti negli Stati Uniti.
Nel frattempo Sally Yates che ricopriva il ruolo di Attorney General (simile al nostro Ministero della Giustizia) dopo aver dichiarato che si sarebbe rifiutata di presentare contenziosi in difesa dell'ordine esecutivo è stata licenziata dalla Casa Bianca diventando così il simbolo della lotta contro il provvedimento.