Il cammino verso la Brexit è partito. Tim Barrow, l'attuale ambasciatore del Regno Unito nell'Unione Europea, ha consegnato nelle mani del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, la lettera di notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona. Il documento è stato nei giorni scorsi firmato dal primo ministro britannico Theresa May. Dopo le ultime trattative politiche, l'Inghilterra sarà ufficialmente fuori e inizierà la realizzazione di uno stato a sé. Questa procedura terminerà tra 2 anni.
Le parole di Paolo Gentiloni
Oggi è una giornata molto importante nel Regno Unito.
La nazione è finalmente pronta ad uscire dall'Unione Europea. Un momento molto triste per l'Ue ma tutto ciò non segnerà sicuramente la fine del concetto "Unione". Il primo ministro Theresa May dichiara che da questo momento in poi il Regno Unito sarà più forte di prima. Nel tardo pomeriggio anche il premier italiano Paolo Gentiloni ha espresso il suo parere al riguardo. "L’Italia lavora affinché lo choc di Brexit sia l’occasione per un risceglio europeo. [...] Dai momenti di difficoltà l’Unione può ritrovare le ragioni della propria identità e del proprio avvenire” annuncia Gentiloni. Le relazioni tra i due paesi saranno con spirito amichevole basato sul confronto economico, politico e di difesa dell'interesse nazionale.
In serata, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è prevista una telefonata tra Paolo Gentiloni e Theresa May.
Le conseguenze dell'uscita dell'Unione Europea
"Per noi i giorni migliori devono ancora arrivare", ha detto Theresa May. Il primo ministro assicura che le barriere tra Islanda e la nazione inglese non saranno inserite nuovamente e anche l'immigrazione non sarà per il momento presa in considerazione.
Tra le prime priorità è sicuramente la protezione dei diritti dei cittadini Ue in Gran Bretagna e quella dei cittadini britannici nell'Unione Europea. Quanto potrà pesare l'uscita del Regno Unito sia nell'Unione Europea sia negli altri paesi coinvolti? Vedremo cosa succederà.