È stata fissata la data del prossimo referendum su appalti e voucher promosso dal sindacato Cgil. La notizia è stata data da un comunicato di Palazzo Chigi che, attraverso una nota, ha comunicato la data fissata per il 28 maggio. La leader Camusso della Cgil ha commentato la notizia dichiarando il suo totale impegno alla nuova sfida con l’imminente programma della campagna elettorale.

Referendum del 28 maggio: per cosa si andrà a votare?

Sono due i quesiti sui quali si baserà il prossimo referendum. Quello sulla responsabilità solidale negli appalti e il quesito sui buoni lavoro, che sarebbero diventati, secondo il sindacato, la vera ragione del precariato nel mondo del lavoro in Italia.

Il referendum sull’abolizione dei voucher è senz’altro quello più delicato, quello che chiede cioè l’abrogazione delle disposizioni sui lavori accessori presenti attualmente nel Jobs act. La normativa sui voucher risale al 2003, successivamente variata diverse volte, e prevede che i buoni da 10 euro vengano utilizzati per la retribuzione di alcune prestazioni accessorie di lavoro. Il sistema dei voucher sarebbe stato però impropriamente usato dai datori di lavoro per retribuire prestazioni che, in molti casi, non sono risultate occasionali. Un sistema, secondo numerose denunce, usato per mascherare forme illecite di lavoro in nero. L'esecutivo Gentiloni punterebbe però a modificare le regole disciplinari sui voucher prima della consultazione del referendum, permettendo l'utilizzo dei voucher solo alle famiglie e alle aziende con zero dipendenti e la retribuzione di effettive prestazioni occasionali a favore di disoccupati, studenti e pensionati.

Sarebbero previste anche variazioni delle soglie massime dei compensi e dei valori del singolo voucher che dovrebbe aumentare a 15 euro per gli imprenditori e i professionisti.

Responsabilità degli appalti: cosa vuole cambiare il Referendum

Nel referendum del 28 maggio, gli italiani saranno chiamati per esprimersi anche sull’abrogazione di una parte dell’articolo 29 della legge Biagi.

L’intento sarebbe quello di giungere ad una pari responsabilità tra chi appalta e l’appaltante. In pratica, si chiede di intervenire sulla legge Biagi, ripristinando le garanzie per i contributi dei lavoratori, modificate dalla legge Fornero. Lo scopo principale sarebbe di tutelare il lavoratore dalle pratiche sleali dei cambi d’appalto nei processi di esternalizzazione.