Laptop, tablet, e-reader, macchine fotografiche, lettori dvd portatili, console videogame portatili, stampanti e scanner portatili. E’ pressoché impossibile prendere una metro, un bus, un treno o un aereo ai nostri giorni e non vedere passeggeri che ne fanno uso. Dietro l’alto livello tecnologico raggiunto da tali dispositivi, tuttavia, potrebbero nascondersi nuove insidie, soprattutto nel settore del trasporto aereo.

I terroristi islamisti di Al Qaeda potrebbero sfruttare i più recenti dispositivi elettronici per dissimulare ai metal detector il passaggio di esplosivi a bordo degli aerei.

Tale allarme, paventato dai servizi segreti di Londra e Washington, ha subito portato i rispettivi governi all’introduzione di nuove norme sulla sicurezza in volo.

E così, dal 25 marzo 2017, una serie di compagnie aeree, indicate in una apposita Black list ed occupantesi dei voli diretti in Stati Uniti d’America e Regno Unito ed in partenza da specifici aeroporti, dovranno adeguarsi.

Nessun dispositivo elettronico della grandezza maggiore di uno smartphone sarà più ammesso a bordo dei velivoli. Tali dispositivi dovranno essere imbarcati in stiva al momento del check-in. Nei bagagli della stiva, infatti, è possibile usare strumenti di controllo più accurati, comprendenti multipli passaggi ai raggi X, scanner a tomografia computerizzata o l’effettiva apertura dei bagagli stessi.

Le reazioni

Tuttavia, secondo molti critici dell’attuale amministrazione americana, il provvedimento sarebbe motivato più da fattori ideologici ed economici che da un effettivo pericolo "sicurezza" per i passeggeri. La giornalista italiana, di origini palestinesi, Rula Jebreal, per esempio, al Corriere della Sera ha chiesto con ironia: “Perché non proibire i bagagli stessi?” E ha continuato: “Se fosse davvero un problema di sicurezza, il divieto riguarderebbe tutte le compagnie che volano dal Medio Oriente verso gli Stati Uniti.

Invece vengono penalizzate solo quelle di bandiera dei paesi musulmani”.

Secondo il nostro ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano, invece, “decisioni di questo tipo vengono prese sulla base di rapporti di intelligence, di analisi dei dati e - solo - poi di valutazioni politiche”. Anche questo apprendiamo da quanto riportato sul Corriere.

L’allarme, comunque, dev’essere apparso giustificato se è vero che anche nei principali paesi dell’Europa continentale, Italia compresa, l’opportunità di introdurre nuove misure restrittive al traffico aereo verrà discussa proprio in questi giorni dalle autorità competenti.

Ma questo servirà a renderci più sicuri?