La reazione americana alla strage di Khan Sheikhoun, in cui hanno perso la vita 72 persone – si contano almeno 20 bambini e 17 donne – non si è fatta attendere. La risposta statunitense, avvenuta con 59 missili Tomahawk, arriva, infatti, intorno alle 8.40 ora legale di New York. Si tratta del primo intervento messo in atto dagli Stati Uniti dall’insediamento di Donald Trump. La decisione del presidente americano non ha tenuto conto del consenso del Congresso - a differenza del suo predecessore Obama- e sebbene in giornata ci fosse stata una presa di posizione netta riguardo la crisi siriana, non era stato dato preannuncio dell’operazione.

L’attacco

Mediterraneo orientale. E’ da qui che due navi americane hanno dato il via al lancio di 59 missili contro la base aerea di Shayrat, ritenuto il luogo da cui sarebbe partito l’attacco chimico del 4 aprile 2017. Si tratta dei Tomahawk, potentissimi missili da crociera già utilizzati dagli USA in occasione della guerra in Iraq, e che poche ore fa hanno colpito piste e velivoli di quella che è considerata la seconda base aerea più grande della Siria. La stima delle vittime non è ancora accertata, ma si presume che i morti siano più di sei.

Le dichiarazioni a caldo di Trump

Il presidente americano spiega le ragioni dell’operazione missilistica perpetrata ai danni della Siria asserendo si tratti di una risposta al barbaro attacco chimico avvenuto martedì 4 aprile nella provincia di Idlib, durante in quale hanno perso la vita, tra tutti, dei bambini innocenti.

Invoca poi l’appoggio delle altre “nazioni civilizzate” affinché si possa porre fine a questo bagno di sangue. Appello che a quanto pare è stato accolto: molti sono infatti i premier europei, come l'inglese Theresa May e la cancelliera tedesca Angela Merkel, ad aver appoggiato la scelta di Trump. Reazione positiva anche del Giappone e dell'Arabia Saudita.

La posizione del Cremlino

I media russi ci riportano una reazione del presidente Putin che sembra essere scontata: in seguito al raid che – a detta del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – è colpevole di violare le direttive internazionali, la relazione tra Usa e Russia subirà sicuramente dei drastici risvolti. Secondo alcune fonti, i russi sarebbero stati avvisati circa l'intenzione del presidente Trump, ma arrivano smentite e versioni contrastanti da ambo i lati. Intanto Mosca convoca il Consiglio di Sicurezza dell’ONU in riferimento agli ultimi accadimenti.