Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno utilizzato questo giovedì 13 aprile, per la prima volta, la Moab, acronimo inglese che sta per Massive ordinance air blast o più "affettuosamente" la madre di tutte le bombe, in inglese "Mother of all bomb". La bomba, come riferisce il Corriere della Sera, è la più potente mai costruita ad eccezione del'atomica, ed è stata pensata per poter distruggere qualsiasi tipo di arsenale missilistico, persino quelli protetti nel sottosuolo.

Infatti, è il caso di dirlo, il suo battesimo del fuoco,l'ha avuto, essendo lanciata su delle posizioni jihadiste, in Afghanistan, nella provincia di Nangahar, In questo caso sono stati annientare delle posizioni protette in cui, da quello che si può sapere, erano nascosti molti sostenitori appartenenti al Califfato.

È interessante che la Moab, non è proprio un ordigno di ultima generazione. Infatti, risulta essere entrata in "servizio" nell'ormai lontano 2003, ai tempi della Guerra del Golfo contro Saddam Hussein. Ma non venne mai effettivamente utilizzata, anche perché ha una potenza tale che può essere utilizzata solo in determinati contesti e per operazioni particolari. E questo particolare risulta particolarmente significativo, viste le ultime vicende mediorientali e asiatiche.

Mandato un importante avvertimento alla Corea del Nord.

Nel giorno in cui Kim Jong un assiste all' ennesimo test nucleare e si celebra il regime nord coreano, gli Stati Uniti di Donald Trump e Rex Tillerson e della fine della "pazienza strategica", impegnati in Afghanistan, lanciano un ordigno inferiore solo, lo ribadiamo, all' atomica per potenza distruttiva.

Non ci potrebbe essere segnale più forte per far capire a tutti i potenziali destabilizzatori , che gli Stati Uniti, ancora di più, riaffermano, dopo la Siria, la loro volontà interventista a tutela, ovviamente, degli interessi geopolitici ed economici americani.

Secondo quanto dichiarato dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer "sono state prese tutte le precauzioni per tutelare la popolazione civile" come anche i militari americani impegnati sul terreno.

E' stato sceltol'Afghanistan, molto probabilmente, poiché in questo scenario gli Stati Uniti sono impegnati ormai da 16 anni, a fianco della coalizione internazionale. Quindi, come ha anche spiegato e giustificato il Comando generale americano questa azione rientra in una serie di azioni già programmate per far si che, possibilmente, questo sia l'ultimo anno di guerra in Afghanistan, risultato che d'altra parte tornerebbe molto utile all'amministrazione Trump anche agli occhi dell'opinione pubblica americana.

Ma certamente, lo ribadiamo, la coincidenza non è casuale. La Corea del Nord è avvertita.