A quattro anni dalle rivolte di Gezi Park, migliaia di persone sono tornate a Piazza Taksim per ricordare quanto successo in quei giorni. I manifestanti si sono incontrati lungo la Istiklal Caddesi, la principale arteria commerciale di Istanbul, marciando in direzione del parco senza però potervi entrare a causa dell'imponente dispiegamento di forze della polizia. La manifestazione è stata organizzata dalla Piattaforma di Solidarietà di Taksim e vi hanno partecipato i rappresentanti delle diverse forze democratiche del paese oltre che i familiari di coloro che sono morti durante le rivolte del 2013.

La portavoce del movimento, l'architetto Mücella Yapici, in un comunicato stampa ha affermato che "coloro che sono al potere temono ancora lo spirito di Gezi, e fanno bene ad averne paura".

L'importanza di Gezi

Il movimento nato attorno al piccolo parco nel cuore di Istanbul ha rappresentato infatti la più grande ondata di protesta verso il Partito della Giustizia e dello Sviluppo al potere dal 2002. La rivolta pertanto aveva suonato un campanello d'allarme per l'allora Primo ministro Erdogan il quale aveva risposto dando inizio ad una forte ondata repressiva rivolta in particolare verso Fethullah Gulen, un Imam accusato di voler sovvertire l'ordine statale. Da quel momento la situazione è lentamente precipitata sino al tentativo di colpo di stato del Luglio 2016 proprio ad opera di alcuni generali vicini all'Imam.

La risposta di Erdogan è stata feroce e si è scagliata contro ogni forma di dissenso in particolare nel mondo dei Media (dalla scorsa estate sono stati arrestati circa 150 giornalisti molti dei quali si trovano ancora in stato di carcerazione preventiva).

L'attacco ad Erdogan

Durante la commemorazione i manifestanti hanno scandito slogan contro il Presidente Erdogan facendo riferimento al recente Referendum che si è tenuto lo scorso 16 aprile.

In quell'occasione è stato sancito il passaggio, di fatto, ad un sistema presidenziale aumentando notevolmente i poteri nelle mani del capo dello stato mentre il parlamento veniva contestualmente svuotato di ogni importanza. La nuova Costituzione prevede inoltre un irrigidimento della procedura di impeachment del Presidente e una nuova modalità per la nomina del "Consiglio dei Giudici e dei Pubblici Ministeri" (organo chiave nell'architettura giudiziaria del Paese), con un consistente aumento dei giudici di nomina presidenziale che passano da 4/22 a 6/13.