La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha approfittato dell'anniversario della morte del suo predecessore, l'Ayatollah Komehini, per criticare in maniera aspra la politica del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il leader iraniano ha ricordato come il paese, sin dalla fondazione della Repubblica Islamica nel 1979, ha molti nemici che hanno tentato a più riprese di sottometterlo senza però mai riuscrici
La nuova politica di Trump
Con l'insediamento di Donald Trump gli Stati Uniti hanno abbandonato l'atteggiamento di apertura a Teheran che aveva caratterizzato gli otto anni dell'amministrazione Obama, in favore di un appoggio molto più netto all'Arabia Saudita.
In riferimento alla recente visita di Trump a Ryad, in cui l'inquilino della casa bianca ha ventilato l'ipotesi di rivedere l'accordo sul nucleare, Khamenei ha dichiarato: "Il Presidente dell'America siede a fianco ad un capo tribale, fa la danza delle spade e poi critica il voto di 40 milioni di persone alle nostre elezioni". Attaccando indirettamente il Presidente Rouhani, sostenitore di un approfondimento dei colloqui con gli Stati Uniti, Khamenei ha criticato quanti sostengono che sfidare gli Stati Uniti abbia dei costi troppo alti, affermando che i costi del compromesso possono essere ancora maggiori.
Khamenei rimane pertanto uno strenuo oppositore dell'ampliamento dei negoziati sostenendo che Washington presenterà richieste sempre più pressanti senza concedere nulla in cambio e, pertanto, è importante che chi guida il paese cerchi di soddisfare le richieste della popolazione e non di accontentare una potenza straniera.
Le recenti elezioni
Durante il suo discorso Khamenei è anche tornato sulle recenti elezioni e sulle accuse di irregolarità mosse dal candidato conservatore Raisi. Il leader supremo ha preso atto del fatto che ci sono state delle violazioni che non si devono ripetere alle prossime elezioni, ma ha affermato che esse non hanno inficiato l'esito finale del voto.
Pertanto ha richiesto a tutta la popolazione di rispettare il risultato delle elezioni ed evitare il ripetersi di quanto successo nel 2009, con l'esplosione delle sommosse di piazza conosciute come l'Onda Verde. In quell'occasione infatti il candidato sconfitto alle elezioni non aveva accettato la vittoria del Presidente uscente Ahmadinejad scatenando violente rivolte di piazza. "Tutti i voti vanno rispettati", ha dichiarato Khamenei, "anche quelli della minoranza; il governo però deve essere in accordo con la volontà della maggioranza"