In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Silvio berlusconi ha reso noto il nuovo programma politico che riguarda non solo Forza Italia, bensì l'intero centrodestra, di cui l'ex Cavaliere sarà il riferimento nella corsa alle prossime elezioni.
Ispirandosi all'ideologia della destra moderata e liberale ''ancorata'' al Ppe, il leader di Forza Italia ha presentato una grande unione dell'intero centrodestra, priva dei vociferati dissidi con Salvini e Giorgia Meloni, che secondo le indiscrezioni dei maligni avrebbero puntato alla creazioni di un partito sovranista e autonoma dalle logiche centriste.
Le idee di Berlusconi per un centrodestra competitivo
Nell'intervista al Corriere, tre sono i punti fondamentali del Cavaliere, sintetizzati da un nuovo e affascinante slogan, l'albero della vita: i valori cristiani, la flat tax (equa tassazione) e il reddito di dignità; proposte che sussumono, in primis, il fino ad oggi criticato reddito di cittadinanza, insieme alla parabola dell'assistenzialismo socioeconomico propagandato da Renzi, quando ancora non era alle prese con la battaglia per il referendum.
Un rimpasto di proposte e di dietrologie attira consensi, dotato di una veste del tutto innovativa, è questo il classico stile dell'agire Berlusconiano, risultato di una decennale esperienza nel mondo della comunicazione e nell'attività della politica da spettacolo, che non lascia spazio a fraintendimenti quando si tratta di 'scendere in campo'.
L'attento Silvio, sempre aggiornato sulle mode e sui gusti della società, ha predisposto con questa sua ultima trovata la politicizzazione delle minoranze indecise di destra centro-moderate e del relativo populismo di matrice cattolica; elettorato sempre sensibile ai moderatismi e ostile agli estremismi ideologici.
Ma chi sono i principali ostacoli che si frappongono alla realizzazione del programma dell' ''albero della vita''?
Primo fra tutti, l'incombente sentenza della Corte di Strasburgo, che impedirebbe al Cavaliere di guidare il carro dei vincitori, ma non di far campagna politica a favore del proprio schieramento. Oltre alla Corte di giustizia europea, abbiamo i Cinque Stelle e ciò che si colloca alla sinistra del PD, altro fattore di destabilizzazione e di pericolosità.
Ma i toni stavolta, nei confronti di quest'ultimi, non sono accesi come al solito, anzi. Dei primi, Berlusconi stima gli elettori, poiché ne comprende le motivazioni che stanno alla base della loro scelta; dei secondi, invece, vede con curiosità e simpatia la 'scesa in campo' dell'eterno rivale Prodi, sia per le conseguenze che ciò avrà all'interno della sinistra, sia per l'ipotetico ed ennesimo duello Prodi-Berlusconi.
Infine, forte del risultato delle comunali, Silvio Berlusconi conclude con parole votate al rispetto della volontà popolare degli italiani, che spinge nell'attuale contesto storico per un mutamento del modello bipolare e del sistema elettorale.
Naturalmente, non manca l'aspetto economico di cui l'ex premier è stato sempre un attento osservatore: ''Per uscire da questa situazione ci vuole dunque una vera e propria rivoluzione: quella grande rivoluzione liberale che è il vero obbiettivo finale del nostro agire'', parole che sembrano dimenticare la proposta dell'ex Cav.
risalente a febbraio, pronunciate durante la trasmissione Canale Italiana, inerenti la necessità di dover avallare la creazione di una moneta parallela, oggi vista forse come impossibile e pericolosa per via dell'instabile situazione dei mercati internazionale. Al tempo, inoltre, Luca Zaia per bocca di Silvio Berlusconi veniva felicemente visto come possibile e futuro leader di un 'nuovo' centro-destra, quasi sovranista, proposta poi bocciata per l'ascesa nazionalista - sovranista del binomio Salvini-Meloni.
Si sa, in politica tutto cambia da un giorno all'altro, e Berlusconi ha sempre fatto tesoro di questa lezione. Dalla sua 'scesa in campo', sono passati ben 23 anni, e la parabola Berlusconi non sembra essersi ancora eclissata. Del resto, quando il Cavaliere, o ex Cav., decide di fare sul serio, riesce sempre a farsi apprezzare. Siano essi amici o nemici ancora da amicarsi. Che dire, il Cavaliere non invecchia mai.