Guerriglia urbana, furti di attrezzature militari, e dirottamenti di elicotteri, con tanto di lancio di granate sulla Corte Suprema del Venezuela, è questa la versione ufficiale del conflitto interno venezuelano diffusa dai maggiori media occidentali.

Dalla morte di Ugo Chavez, storico leader della rivoluzione bolivariana, molte cose sono cambiate. La maggioranza dei media filo atlantici ha iniziato una vera e propria campagna di disinformazione, accompagnata da una totale omissione di aggiornamenti inerenti l'attuale stato di cose in Venezuela.

Gli eventi presi in considerazioni dai notiziari riguardano rivolte, feriti, e l'inefficienza del Governo del presidente Nicolas Maduro nel porre un rimedio alla questione, così da dirimere i sommovimenti.

Ma la storia, come sempre, è diversa da quella che viene abitualmente divulgata. Nessun giornalista ha mai evidenziato l'embargo a cui è sottoposto da diversi anni il Venezuela né mai è stato posto l'accento sui tentativi dei paesi nemici di limitarne l'influenza nella regione.

Nella storia del Venezuela, note e comprovate sono state le ingerenze degli Stati Uniti, che hanno avuto come unico obiettivo la destabilizzazione della regione, ricchissima di petrolio, e in grado di influenzare gli equilibri economici e dei mercati internazionali.

La testimonianza di Ennio, speaker, giornalista e produttore artistico rappresenta un'ottima opportunità di conoscere una realtà ai più inaccessibile; realtà censurata e filtrata dai grandi gruppi monopolistici d'informazione, che ci viene offerta in contemporanea all'evolversi degli eventi sopra descritti, e che avrà modo di essere chiarita nelle minime particolarità.

Qual è l'attuale situazione in Venezuela?

"Il Venezuela adesso è in una situazione di guerra definitiva, in cui si cerca di imporre il modello economico previsto dalla costituzione. Oggigiorno siamo a un passo dall'ultima battaglia per l'acquisizione definitiva del controllo del potere economico. Già con Chavez è stato raggiunto il possesso del pieno potere politico e sociale, ma la storia adesso è diversa.

L'intero caos che stiamo vivendo è attribuibile non soltanto agli Stati Uniti, ma all'intero establishment dell'imperialismo, e in termini di governo all'intero 'sistema' USA, un sistema che è poco visibile e che si identifica con l'industria culturale. Incredibile è come in passato ci fossero persone non sapessero nemmeno dove si trovasse il Venezuela, mentre oggi ci sono persone che lottano a favore della libertà di questo paese senza nemmeno averlo mai visitato. Tutto ciò non ha senso, come nemmeno ha senso che si voglia la liberazione del nazista Leopoldo Lopez. Tutto ciò deve comunque avere una spiegazione, e questa spiegazione è che tutta l'intera industria culturale del capitalismo si è schierata da tempo contro il Venezuela.

Quanto dico lo possiamo verificare dal modo in cui, alle volte, anche le notizie riguardanti il Venezuela, in passato positive, spariscano del tutto dai notiziari''.

''Fino a qualche decennio fa non esisteva il Venezuela. Con Chavez, invece, ecco che inizia ad apparire, ad esistere, anche se nella maggior parte dei casi in maniere negativa e strumentalizzata. Tuttavia, notizie positive c'erano, anche perché il Venezuela, essendo ricchissimo di petrolio, aveva un'economia in costante crescita. Era importante il Venezuela come paese, ma oggi, e mai come adesso, il Venezuela è diventato il nemico mondiale numero uno. Che Maduro non sia come Chavez, è evidente. Chavez si è reso protagonista degli eventi mondiale, e non per il petrolio o per miss universo, ma per le proprie politiche e per il proprio carisma.

Adesso, guarda caso, morto Chavez si parla del Venezuela in modo del tutto negativo, e questa è una cosa che salta subito all'occhio di chi, come come te, mi stai ponendo queste domande o di chi leggerà quest'intervista. Mi preme, tuttavia, sottolineare che Nicolás Maduro è un leader che ha cominciato a dare fiducia con le sue vittorie dal 2013, sconfiggendo con un gran lavoro il candidato della borghesia Henrique Capriles Radonski. Tale sconfitta ha portato alla più grande disfatta dell'opposizione Venezuelana; la prima vittoria del modello bolivariana senza la presenza fisica di Chavez. Da lì sono poi iniziati i problemi. Eppure il Venezuela esiste e resiste. Ma scendiamo un attimo nei particolari: i gruppi che danno origine a queste tensioni, a vederli bene, non sono gruppi che protestano democraticamente e nei modi che tutti conosciamo, con cartelloni e scritte, nel rispetto dei diritti della propria nazione.

Sono gruppi che si sono alleati tra di loro per usare le libertà della democrazia contro la democrazia.''

''Questo è lo stesso metodo che è stato utilizzato in Germania da Adolf Hitler per conquistare il potere. Quattro persone hanno cominciato a disturbare l'intera Germania già segnata dalla crisi, e così i grandi poteri economici della Germania, usando Hitler come braccio armato per arrivare al controllo del Paese, hanno dato forma al nazismo, un sistema dell'élite per governare con una facciata popolare e di libertà che non esisteva affatto. Noi sappiamo che gli Stati Uniti stanno muovendo le fila di questi gruppi - che non rappresentano nemmeno lo 0,3 per cento della popolazione venezuelana - con una grandissima risonanza mediatica, con telecamere e giornalisti che tentano di mostrarli come eroi quando non solo altro che terroristi.

Gli Stati Uniti cercano di opporsi a questa resistenza pacifica, ma il popolo venezuelano vuole la pace, e così gli USA mirano a metterci gli uni contro gli altri. Tant'è che sono passati quasi 80 giorni dall'inizio del conflitto; 80 giorni che hanno fatto più di 80 vittime, tra feriti e distruzioni di proprietà pubblica e privata. Eppure non sono riusciti a fermare il Paese, perché quasi tutto questo è mediatico e non succede nel mondo reale''.

Come sta reagendo la popolazione?

"La stragrande maggioranza del Venezuela è in pace. Non si lavora come sempre poiché,come ti ho detto, siamo rallentati, questo sì, e a volte qui a Caracas devi stare attento quando chiudono la metropolitana. Molte volte i gruppi armati hanno tentato di distruggere tutta la linea della metropolitana; hanno distrutto i metrobus che sono i bus che lavorano per conto della metropolitana.

La gente tenta di evitare questi tipi di conflitti, cerca di non passare per le zone in allarme, e ci riesce, perché il conflitto è veramente localizzato, e non come si cerca di far credere ovvero che sia ''nazionale''. Gli scontri riguardano solo due comuni e al di fuori Caracas non arrivano nemmeno a dieci, dei 365 a livello nazionale. Quindi, l'atteggiamento dei civili è che la maggioranza non è coinvolta ed appoggia Maduro, poiché appoggia il governo e la rivoluzione rifiutando la violenza di questi gruppi.''

''Ti faccio un altro esempio: nel 2001 e nel 2004, Chavez si confrontò con noi, con il popolo, e vi furono marce d'opposizione composte da 1 milione di persone. Lì, alcuni non identificati cecchini ammazzarono dei civili, generando il caos, e accusarono successivamente Chavez.

A livello informale, si dice che furono mercenari del centroamerica, e considerando il ruolo attivo Charles Shapiro, ambasciatore americano, che partecipò attivamente al colpo di stato contro Chavez, possiamo trarre le somme. Se poi aggiungiamo che poi il dipartimento di stato fu il primo a congratularsi con il governo golpista di Pedro Carmona, capiamo molte cose. E' importante sottolineare questo aspetto perché di quelle marce di 1 milione di persone, adesso non se ne vedono arrivare in tutto il paese che solo 60 mila. La marcia più grande di Caracas è arrivata massimo a 60 mila persone, ma è stata fatta passare per una rivolta attraverso inganni e manipolazioni mediatiche. E questo perché?

Perché la stragrande maggioranza del Paese non vuole marciare, vuole votare, ma solo quando arriverà il momento, ovvero il 30 luglio per i rappresentanti della costituente e il 2018 per le presidenziali. Ma la MUD, l'opposizione, vogliono le elezioni anticipate, essendo privi dell'appoggio della gente, e non vogliono nemmeno partecipare alla costituente, perché questo processo dimostrerebbe come la pensano veramente in politica. E così reclamano immediatamente le presidenziali, perché sanno che se il Governo prende il controllo dell'economia l'opposizione cesserà d'esistere. Se il governo prende il definitivo controllo dell'economia (che non sono le ditte che danno lavoro e che esistono oggi, ma soltanto la possibilità di creare una nuova economia che non dipenda dal petrolio), l'opposizione che abbiamo conosciuto fino ad oggi, e che rappresenta tutta la classe politica del ventesimo secolo, comprenderà che il suo tempo è finito, che il Venezuela è cambiato per sempre, e in questo senso cesserà di esistere.''

''Abbiamo bisogno di una nuova costituzione per cambiare una realtà che è diversa da quella del passato, che proprio oggi, adesso, mentre ti parlo, è già organizzata in modo diverso.

Abbiamo bisogno di aggiornare la costituzione fatta dalla rivoluzione Bolivariana nel 1999 per aggiungere tutto quello che abbiamo raggiunto in questi 18 anni''.

Quali sono i paesi latino americani alleati del Venezuela e quali i loro comportamento?

''La grande maggioranza del mondo desidera che il Venezuela risolva i propri problemi con il dialogo, da Papa Francesco ad alcuni stati dell'Unione Europea. Il dialogo, quella è la risposta del mondo sul caso Venezuela. Abbiamo paesi vicini come l'Uruguay che vogliono partecipare al dialogo, ma ci sono poteri che non vogliono che ciò avvenga. Tutti i governi dotati di stabilità vanno verso questa direzione, mentre i paesi che hanno avuto colpi di stato mascherati da movimenti politici, come il Brasile o come l'Argentina, o anche il Perù, o la Colombia, che ha 7 basi militari e un governo vincolato al narcotraffico, che sono paesi rapinati e che non vogliono la libertà dei propri popoli, come anche il Cile, che ancora deve riformare la costituzione di Pinochet, ebbene tutti questi paesi continuano ad essere paesi arretrati e che rifiutano il dialogo, quando gli altri invece la pensano diversamente.

La maggioranza dei paesi del mondo vuole la risoluzione del problema perché sanno che l'opposizione in Venezuela è un'opposizione fascista, e non sono d'accordo con la violenza. Questo è un momento cruciale per il Venezuela perché Venezuela significa indipendenza per i paese dell'America Latina; Venezuela significa la vita e la sopravvivenze dei nostri Paesi come li conosciamo. Perché ? E' semplice: se vincono gli Stati Uniti questi Paesi spariscono. Le grandi élite, i grandi, poteri vogliono distruggere questi ricchissimi Paesi. Vogliono distruggere gli stati per inaugurare un governo delle corporazioni, un governo mondiale, dove sono loro a dare ordini e noi, nell'illusione di essere liberi, ad obbedire. La sfida del Venezuela è in questo momento quella di risolvere questi problemi attraverso la creazione di un modello politico di sviluppo in cui partecipativo di tutta la società venezuelana, con libertà di creazione ed investimenti, come mai abbiamo avuto in due secoli di storia. Vincere le elezioni significa risorgimento di tutte le espressioni di sinistra e progressiste che con Chavez hanno avuto luogo, nonché la sconfitta dei gruppi economici di interesse americani. Il destino venezuelano rappresenta il destino dell'intero continente, poiché l'intera America Latina può vedere nel Venezuela un modello possibile di sviluppo e di politica da attuare, insieme alla fine degli interessi delle oligarchie che stanno combattendo la loro ultima battaglia per non perdere il loro potere.''