Dopo le polemiche scaturite nei giorni scorsi tra il governo italiano e quello austriaco sulla questione migranti, giungono adesso segni di distensione per voce del premier austriaco, il cancelliere Christian Kern, capo del partito socialdemocratico. Infatti erano scattate immediatamente le polemiche in Italia, dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz che, durante un incontro avvenuto a Vienna con il suo omologo Angelino Alfano, riguardo al problema migratorio, ne individuava la soluzione, imponendo all'Italia di trattenere i migranti a Lampedusa, per evitare così il loro propagarsi in Europa e di conseguenza la minacciata chiusura del confine austriaco con l'Italia.

Lampedusa non può essere l'hotspot d'Europa

Queste dichiarazioni avevano immediatamente scatenato il putiferio in Italia, visto e considerato che l'isola di Lampedusa all'incirca dal 1993 svolge un'opera umanitaria che non trova pari riscontro in nessun'altra parte del mondo e l'appellativo di "Porta d'Europa", se l'è guadagnato grazie al grandissimo senso di civiltà e di pietà cristiana che contraddistingue il popolo lampedusano. Quindi, da qui a venire a dare ordini con una disinvoltura tipica da "pastorale mitteleuropea" ce ne vorrebbe tanto.

Dal 1918 l'Austria aspira a riconquistare un ruolo di primissimo piano nella politica internazionale

Certamente, la sconfitta subita dall'austria alla conclusione del primo conflitto mondiale, con la conseguente caduta dell'impero austro-ungarico, non deve proprio essere stata digerita facilmente.

Ma continuare a impartire ordini ad una nazione confinante e facente parte dello stesso consesso europeo, appare un tantino esagerato. Arrivare poi ad indicare la soluzione di un problema epocale come il fenomeno migratorio, nel sacrificio esclusivo del singolo, è un grave segno di mancanza di rispetto verso l'omologo interlocutore del momento, il ministro degli esteri italiano Angelino Alfano.

Ma soprattutto verso il popolo lampedusano che da decenni ormai affronta questa emergenza divenuta sempre più pesante con il passare degli anni.

Ognuno ha il diritto di difendere i propri confini

Ovviamente, secondo la logica della sovranità nazionale, ogni stato ha il sacrosanto diritto all'autodifesa e al controllo del proprio territorio.

Ma se questa logica entra in contrasto con i trattati comuni europei in materia di accoglienza, vuol dire che qualcosa non sta ben funzionando all'interno dell'Unione stessa. E se il problema nasce per un'errata o addirittura mancata applicazione italiana delle direttive in materia di immigrazione, l'Austria avrebbe ragione di lamentarsi, così come qualsiasi altro Paese dell'Unione. Ma non ha nella maniera più assoluta il diritto di offendere una comunità come quella lampedusana e con essa l'Italia intera.

Il Sindaco di Lampedusa profondamente irritato

Non si è fatta pertanto attendere la reazione del primo cittadino di Lampedusa, Salvatore Martello: "Una dichiarazione del genere me la sarei aspettata da un naziskin non certo da un rappresentante delle istituzioni di un Paese della Comunità europea", così il sindaco di Lampedusa dopo le dichiarazioni del ministro austriaco Kurz.

Precisando poi, che a Lampedusa vivono 6000 persone che si sentono a tutti gli effetti europei e concludendo con una richiesta di una formale presa di posizione da parte del "governo italiano".

Arriva intanto dall'Austria una secca presa di distanza dalle dichiarazioni di Kurz

Ieri, infatti, a stemperare i toni e intervenuto il cancelliere austriaco, il socialdemocratico Christian Kern, che in un'intervista al quotidiano viennese Presse am Sonntag, ha manifestato il suo totale disappunto nei confronti di Kurz e scusandosi al telefono con il primo ministro italiano Paolo Gentiloni, ha ribadito la necessità di uno sforzo comune nell'affrontare il problema migratorio, senza tuttavia nascondere il suo disappunto per il termine "naziskin" usato dal sindaco di Lampedusa nei confronti del ministro austriaco Kurz.