Alessandro Di Battista pubblica un post sul suo profilo Facebook in cui, oltre ad un lungo e accorato commento in cui accusa indirettamente di fascismo la presidente della Camera Laura Boldrini, condivide il video di parte della discussione avvenuta questa mattina nell’aula di Montecitorio riguardante il bilancio della Camera. Obiettivo del M5S era di incanalare la discussione sulla possibilità di inserire in questa sede il taglio dei vitalizi, almeno dei deputati, senza attendere l’approvazione definitiva in Senato della cosiddetta legge Richetti (prevista per l’autunno dopo lo stop imposto dal Pd).

Di fronte alle pressanti richieste del deputato pentastellato, condite da accuse circostanziate, la Boldrini perde le staffe e, immortalata dalle telecamere, prima toglie la parola a Di Battista, facendo spegnere il suo microfono e , poi, di fronte all’ostinazione del grillino, lo espelle dall’aula.

Il post di ‘Dibba’

A quel punto, Alessandro Di Battista decide di pubblicare su Fb il video di quanto accaduto per dimostrare, a suo modo di vedere, la cattiva fede boldriniana. Dopo aver spiegato l’antefatto su bilancio della Camera e vitalizi da inserirvi, il deputato M5S definisce “scuse” quelle pronunciate in aula dalla Boldrini e la accusa indirettamente di fascismo per avergli tolto bruscamente la parola.

“Non è la prima volta. E poi parla di fascismo!”, questa la frase esatta scritta da Di Battista.

Cronistoria del dibattito tra Di Battista e Boldrini

“Poc’anzi lei ha detto la legge al Senato verrà votata - accusa Di Battista - Lei si può prendere questo impegno da presidente della Camera? Cosa ne sa lei che cosa succederà sulla legge sui vitalizi?

Chi ci garantisce che non verrà affossata? Chi ci garantisce che non verrà modificata per rispedirla qui alla Camera e per non vedere mai approvata una legge sul taglio dei vitalizi? Lei si può prendere questa responsabilità parlando a nome del presidente Grasso (Piero, presidente del Senato ndr)?”.

È a questo punto che la Boldrini, esasperata, decide di interrompere l’intervento di Di Battista.

“C’è un iter in corso”, ripete più volte la terza carica dello Stato nel chiaro tentativo di trovare un appiglio legislativo contro le accuse del grillino. Lui prova a ribattere chiedendo di poter finire il discorso, ma lei lo zittisce con un elegante, ma nervoso, “la ringrazio onorevole Di Battista”. Il ‘Che Guevara de noantri’ non si dà per vinto e continua a parlare a microfoni spenti, impedendo la prosecuzione del dibattito nel modo gradito alla presidente dell’aula. Lei, sempre più su di giri, lo richiama varie volte all’ordine, minacciando di espellerlo, ma la voce del ‘Dibba’ non si placa fino a quando la Boldrini esclama: “Esca da quest’aula, si allontani, la ringrazio”. Il litigio prosegue comunque, non con Di Battista, ma con i suoi colleghi Vincenzo D’Uva e Alfonso Bonafede, che difendono a spada tratta lui e la necessità, ormai scartata, di inserire nel bilancio della Camera le modifiche necessarie per evitare di elargire da subito il vitalizio ai deputati.