La seconda settimana di settembre del 2017 si avvia verso la conclusione per la Giunta Raggi: come di consueto, all'insegna di vecchie polemiche e problemi irrisolti, stavolta sul versante atac. Il deficit dell'azienda pubblica dei trasporti ammonta complessivamente ad 1,3 miliardi di Euro, e la situazione appare sin dal primo esame insostenibile: il bilancio 2016 della società si potrebbe concludere con una perdita netta. Questo il tema caldo trattato durante l'assemblea straordinaria convocata ieri presso il palazzo del Campidoglio, e quanto segue nella trattazione è il risultato della giornata di scontri tesi tra i vari attori riuniti in aula Giulio Cesare.
Minoranza e parti sociali: così non va. La protesta in aula dei Radicali
La Giunta 5 Stelle rivendica, tramite le parole del neo -assessore Lemmetti e dello stesso sindaco, il buon andamento dei conti pubblici avviato sin dai primi giorni: segno, suggerisce il primo cittadino, di una politica attenta a salvaguardare la situazione finanziaria dei lavoratori, che nulla avranno da temere dal concordato.
Il piano presentato dall'organo di governo della Capitale, infatti, consiste in un accordo tra Comune e creditori, garantito dal Tribunale. Il sindaco Raggi taglia corto e presenta la proposta come "un'occasione per confrontare le partite tra azienda e Comune di Roma Capitale". La bagarre che si verifica in Consiglio viene subito interrotta da uscieri capitolini e vigili urbani, che invitano ad uscire il segretario radicale Riccardo Magi, il quale ha richiamato alle proprie responsabilità gli amministratori pentastellati, additandoli come "quelli della democrazia diretta, che hanno rovinato un fiore all'occhiello della Capitale".
L'esclusione categorica delle ipotesi capitalizzazione e privatizzazione, secondo il primo cittadino, garantirebbe l'applicazione di un servizio pubblico uniformemente efficiente e preserverebbe i livelli economici ed occupazionali normalmente assicurati ai lavoratori: parole che non convincono i sindacati, i quali però si schierano su fronti separati.
Se infatti la maggior parte delle sigle confederate rinvia a lunedì la decisione su eventuali scioperi, ad oggi scongiurati, CGIL ed alcune sigle indipendenti (tra le quali USB e CISAL) mantengono ferma l'intenzione di scendere in piazza contro il piano Raggi.
La Sindaca replica: ATAC resterà pubblica col concordato. Mozione approvata a maggioranza
La votazione successiva alla relazione del sindaco presenta un esito pressoché scontato: la mozione viene approvata a maggioranza dal Consiglio, senza cambiare sostanzialmente gli animi dei presenti. L'appuntamento per nuove consultazioni è solo rinviato, secondo un presidio di lavoratori schierato fuori dalla sede capitolina nel pomeriggio, in aperto contrasto con gli indirizzi del Comune. L'agenda è comunque segnata per il Movimento al governo: i prossimi appuntamenti riguarderanno le ultime deliberazioni della Giunta, del Consiglio e del CdA, ed infine un'istanza al Palazzo di Giustizia, dal quale perverrà la richiesta di procedere a compilare un piano da prospettare ai creditori entro 60/120 giorni.
L'ex -assessore Mazzillo rassicura i lavoratori sulla volontà di collaborare per trovare le soluzioni più opportune, e richiama al carattere programmatico della mozione licenziata dall'organo assembleare.
La strada, in ogni caso, appare segnata per l'azienda dei trasporti; auspicando di risolvere una situazione economica e finanziaria ad oggi divenuta, per ogni causa o motivo di sorta, insostenibile.