Con la conclusione di fatto delle Nazioni Unite sul voto della sanzione nei confronti della penisola coreana, nel palcoscenico asiatico si sono definite due fazioni. La Cina e la Russia per un sostegno ad un dialogo pacifico, in difesa ad un possibile collasso della Corea del Nord. La Corea del Sud e gli Stati Uniti alleati per una possibile minaccia di attacco dalla controparte coreana. Al centro di questo ciclone c'è la Corea del Nord, che nonostante la sanzione subita, continua con il programma missilistico e nucleare con la totale intenzione di volersi difendere dall'attacco americano.

Il voto della Cina

Nella domenica del 10/09/17 la Banca cinese (China Construction Bank of Agricoltural) ha sospeso ogni transazione con la Corea del Nord, in previsione alla nuova sanzione che le Nazioni Unite hanno concordato. Questa non è la prima volta che la Cina sospende attività finanziare con la penisola coreana, l'anno scorso con ICBC (Industrial Commercial Bank of China) bloccò ogni possibile accordo transattivo, sempre per una sanzione decisa dalle Nazioni Unite. Durante una delle prime riunioni con il Consiglio di Sicurezza sia la Cina che la Russia si sono opposte alla dura sanzione che oggi è passata cioè: bloccare ogni scambio commerciale con la Corea del Nord. La spinta di una pressione al voto è partita dagli Stati Uniti, chiedendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di dare un voto per il giorno 11/09/17.

Come ben si sa il voto è indirizzato a bloccare il commercio della penisola coreana nell'importazione di petrolio e l'esportazione del prodotto tessile.

11/09/17 è stata presa la decisione di sanzionare la Corea del Nord nonostante la Cina abbia comunque congelato i conti dei suoi vicini. Sono molti i punti da analizzare, ma il primo in assoluto è: la Corea del Nord riuscirà a riprendersi da questa dura sanzione?

Nonostante ciò sono arrivati dati che dimostrano che la penisola Coreana abbia abbastanza materiale per continuare il proprio programma missilistico e nucleare. Un altro punto da analizzare sono le aumentate tensioni tra Corea del Nord, Stati Uniti e gli alleati di quest'ultimo. Più volte l'America ha affermato che se la Corea del Nord avesse mostrato un sentore di minaccia, gli Stati Uniti avrebbero dato inizio ad una guerra.

Dall'altra parte la Corea del Nord afferma che al primo presentimento di invasione da parte degli Stati Uniti, la penisola coreana risponderà duramente.

La chiamata della Cina e della Russia: il Six-Party Talks

Sia la Cina che la Russia, sin da principio di sono opposte alla dura sanzione passata tra le Nazioni Unite, in quanto tutto ciò sarebbe stato deleterio per la penisola coreana, enfatizzando che il regime e il popolo stesso coreano potrebbero subire un collasso. Le grandi nazioni (Cina e Russia) hanno chiesto di aprire un dialogo di pace, concentrato principalmente sul blocco totale del programma missilistico e nucleare della Corea del Nord. Il principio è mantenere la pace nella penisola coreana, evitando una possibile guerra che sta diventando sempre più imminente e che coinvolgerebbe le varie nazioni asiatiche in campo.

Nonostante queste affermazioni, sono stati scoperti molti scambi commerciali di petrolio tra Cina, Russia e Corea del Nord, dimostrando che le due compagini hanno anche motivi economici in ballo che gli impediscono di far cadere il regime nord coreano. In sostanza la Cina e la Russia vogliono evitare che il regime collassi.

Il Ministro degli Affari Esteri Geng Shuang, ha rimarcato il fatto che la Cina è d'accordo sulla sanzione, ma rimane comunque il punto: "è necessario un dialogo pacifico in risoluzione al problema coreano". Sempre il Ministro degli Affari Esteri sottolinea anche il fattore delle basi missilistiche che di recente sono state installate in Corea del Sud da parte degli Stati Uniti, alla quale la Cina si è opposta fortemente.

In risposta sia la Corea del Sud che gli Stati Uniti hanno detto: "questa è una misura preventiva nel possibile imminente attacco della Corea del Nord". Questa situazione ha aumentato la preoccupazione della Cina, che ha richiesto la convocazione del "Six-Party Talks". Un gruppo formato da: Cina, Russia, Corea del Nord, Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, questo con l'intento di ristabilire un dialogo di pace. Ora l'impegno è trovare una soluzione pacifica.