Venerdì 29 settembre 2017, presso la sede di casapound, il confronto tra il vicepresidente Simone Di Stefano e il giornalista Enrico Mentana ha inaugurato il ciclo di incontri organizzati dal movimento. La moderatrice è stata Carlotta Chiaraluce, esponente del movimento, la quale ha aperto l'incontro chiedendo al direttore del Tg La7 come abbia vissuto la vicenda dello striscione comparso qualche ora prima del confronto davanti agli studi televisivi dell'emittente, e recante scritte offensive: "Con tranquillità. Il sale della democrazia è il potersi confrontare con chi la pensa diversamente da noi ed io sono qui per farlo".
Dopo aver esposto le ragioni della sua partecipazione all'incontro, ha continuato: "L'Italia, che si è trovata a fare i conti con il fascismo tardivamente, è stata costretta a misurarsi con la discriminazione etnica, religiosa e di razza, una delle cose più ripugnanti che un paese moderno possa fare".
CasaPound è un movimento che "guarda a quel passato discostandosi dagli errori, condannandoli fermamente, ma giustificando quanto commesso come un adattarsi a ciò che il mondo aveva già messo in atto", ha precisato Di Stefano.
"La storia di una forza politica, però, la fa il suo modo di porsi per farsi ascoltare e rispettare, possibile soltanto portando nella propria battaglia democrazia e non violenza", ha ribattuto Mentana.
La Legge Fiano tra "foglie di fico" e censura dei simboli del fascismo
Tra le tematiche di attualità, si è partiti innanzitutto con la questione legata alla Legge Fiano, approvata alla Camera il 12 settembre 2017 con 264 voti favorevoli. Già espressosi in merito sui social, il direttore del TG La7 ha ribadito "l'impossibilità di trattare questa materia in modo proibizionistico.
La storia non ha foglie di fico (che lo Stato Vaticano faceva apporre sulle statue) e non è rimuovendo i segni del fascismo (monumenti, edifici, ecc...) che la storia cambierà".
Una legge oggetto di discussioni e "colpevole di aver riportato ad una guerra civile latente che vorremmo, però, volgesse al termine", ha sottolineato Di Stefano.
La difficoltà di riconoscersi in un orientamento "destroide"
Pur collocandosi nel filone neofascista, Di Stefano ha detto che CP "fatica a riconoscersi nella destra, considerata troppo stretta".
"Tra i meriti del fascismo vi è quello di aver unificato il popolo, legato da un forte spirito di unità nazionale che vorremmo riproporre e realizzare in Italia. Però, a differenza del fascismo di 70 anni fa, la nostra attuale dirigenza è composta da ragazzi di età compresa tra i 35 e i 40 anni con un unico obiettivo: tornare ad avere una Nazione e ridare credibilità alla politica".
CasaPound e media: il mancato diritto di replica
"Il movimento non è riuscito a trovare negli anni il proprio spazio nelle arene mediatiche, perché?", ha chiesto Chiaraluce.
Mentana ha risposto così: "Il problema non è l'apparire in Tv, bensì la rappresentatività. Se lo siete, è lì che misurerete chi è realmente libero invitandovi, e chi no".
Profughi dalla Libia e ONG
Tra i temi più caldi e sentiti dai neofascisti c'è quello degli sbarchi dei profughi dalla Libia. In particolare, ci si è concentrati sulla "distinzione tra immigrazione e invasione": la prima sostenuta da Mentana, la seconda da CasaPound che ha parlato di "esistenza di un'invasione programmata ai danni dell'identità europea".
"Colpevoli di ciò - secondo il movimento - le ONG e i CARA accusati di accoglienza indiscriminata a scopo di lucro, e di aver creato un business a discapito dello Stato. Unica e possibile soluzione, l'intervento militare in Libia per tentare di creare un governo oggi inesistente".
"Missione pressoché impossibile", ha puntualizzato Mentana.
Questione giovanile
Ultimo tema dibattuto: l'invecchiamento della società italiana e il ruolo dei giovani. Mentre per Mentana oggi i ragazzi mancherebbero di "spirito di iniziativa", secondo Di Stefano "aspirerebbero a tutte le professioni. Ciò creerebbe uno svincolamento tale da portare al paradosso di 'anche l’operaio vuole il figlio dottore', ma così non dovrebbe essere perché bisognerebbe garantire pari dignità ad ogni lavoro. Questo è il nostro obiettivo".
Il dibattito si è concluso ricordando l'appuntamento elettorale fissato ad Ostia il prossimo 5 novembre. Avendo parlato di mancato diritto di replica nei media, "se CasaPound dovesse ottenere un buon risultato, potrebbe essere ospitato in Tv o in studio da lei, dottor Mentana?", ha chiesto Carlotta Chiaraluce. "A dare una risposta chiara ed univoca a queste domande saranno i risultati elettorali, espressione diretta dei cittadini", ha prontamente chiosato Mentana.