Maria Elena Boschi verrà candidata dal Pd nel collegio blindato di Bolzano, anche se la sua presentazione ufficiale è stata rinviata da oggi a lunedì prossimo a causa della lotta interna nella segreteria Pd tra maggioranza renziana e minoranza orlandiana. Nelle stesse ore, un altro esponente di spicco dei Dem, Roberto Giachetti, annuncia su Facebook di voler rinunciare al seggio sicuro rappresentato dalla sua candidatura in un listino plurinominale, per correre solo in un collegio uninominale, rinunciando così a quello che definisce un “paracadute” e rischiando, al contrario della collega Boschi, di restare fuori dal prossimo parlamento.

Boschi sicura a Bolzano ma con un giallo

La notizia dello slittamento della presentazione ufficiale della candidatura di Maria Elena Boschi nel collegio di Bolzano, con tanto di presenza in loco dell’interessata, l’ha data oggi l’Ansa. L’agenzia di stampa spiega anche che il motivo di questo inconveniente sarebbero “le trattative ancora incorso tra Matteo Renzi e la minoranza Pd”, quella guidata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, sul numero di seggi sicuri da assegnare alla corrente orlandiana. Niente paura comunque per la Boschi, perché il suo arrivo a Bolzano è solo rinviato di qualche giorno, probabilmente a lunedì prossimo.

Il coraggio di Roberto Giachetti

Un esempio opposto di interpretazione della carriera politica lo fornisce, quasi contemporaneamente, neanche a farlo apposta, un altro parlamentare del Pd, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti.

L’ex Radicale, classe 1961, pubblica un lungo post sul suo profilo Facebook nel quale, oltre a ringraziare la dirigenza del partito per la fiducia accordatagli nuovamente (omaggiandolo di un seggio sicuro nel prossimo parlamento inserendo il suo nome in un listino plurinominale ‘blindato’), annuncia il clamoroso rifiuto della “casella sul proporzionale”, quella che lui stesso definisce un “paracadute”.

Giachetti, dunque, correrà solo in un collegio uninominale della “sua città”, Roma, rischiando seriamente di restare fuori dai giochi. Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato. Non lo voglio”, taglia corto il coraggioso Giachetti, “rinuncio al plurinominale, rinuncio al paracadute”.

Quando Renzi diceva: ‘Non ci sono paracadutati nel mio Pd’

L’esempio dato da Giachetti fa a pugni con le parole del segretario Pd, Matteo Renzi, pronunciate il 6 settembre 2015 e riprese oggi dal direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. “Non ci sono paracadutati, si va sul territorio e si guardano in faccia gli elettori”, tuonava Renzi mentre se la prendeva con i “soliti noti” che, pur di non essere rottamati, sarebbero capaci di presentarsi lontani dal proprio “territorio” per impedire ai loro elettori di “guardarli in faccia”. Proprio come il caso di Maria Elena Boschi, candidata a 340 km da Arezzo a causa delle conseguenze del caso Banca Etruria.