L'Agcom, l'autorità garante delle telecomunicazioni, ha appena emanato le linee guida a cui le emittenti televisive private dovranno attenersi nella comunicazione politica durante il periodo sottoposto a par condicio che condurrà alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo 2018. Analogo regolamento è stato approvato dall'Autority per quanto riguarda le Elezioni Regionali di Lazio e Lombardia. Vediamo di spiegare, più nel dettaglio, quali innovazioni sono state introdotte e come influiranno sulla comunicazione politica e il diritto all'informazione.

Le specificità del regolamento Agcom

In particolare, viene messo in evidenza all'articolo 7 del Regolamento che i giornalisti, ma anche i Direttori delle testate e finanche i registi delle trasmissioni di informazione politica, devono essere e mantenere un un contegno imparziale tale per cui non sia oggettivamente possibile da parte del lettore o del telespettatore attribuire al giornalista o conduttore o alla stessa testata un preciso orientamento politico. Questo sia in relazione alle personalità ospitate durante la trasmissione e alle loro posizioni politiche su un determinato argomento sia in relazione alle posizioni espresse da terzi non direttamente interessati alla competizione elettorale.

Di conseguenza, la discussione non deve apparire al telespettatore come ideologicamente orientata.

Questo il contenuto del primo comma dell'articolo 7. Che non innova certo rispetto al passato. Ma quello che potrebbe creare delle difficoltà e non pochi problemi di carattere interpretativo della norma è quanto riportato specificamente al comma 2 del medesimo articolo 7.

Il sostegno di una tesi da parte del giornalista

Secondo il testo del comma 2 dell'articolo 7, nel momento in cui alla trasmissione venga invitato a partecipare un opinionista con il precipuo obiettivo di avallare e sostenere una determinata tesi portata avanti da una specifica parte politica deve essere garantito uno spazio proporzionato per la rappresentazione di altre e diverse sensibilità in modo che siano rispettati i principi del pluralismo delle opinioni e dell'informazione, ma anche la possibilità del contraddittorio e dell'oggettività dell'informazione, consentendo anche la verifica dei dati presentati.

In pratica, secondo l'interpretazione che sta prendendo piede tra molti addetti ai lavori delle emittenti private, l'opinionista dovrà, in qualche modo, esplicitare la propria posizione. Questo consentirà al conduttore di dare spazio adeguato anche ad altre sensibilità.

Il Regolamento Agcom si spinge fino a specificare che anche il comportamento del pubblico in studio, non direttamente interessato alla competizione elettorale, deve essere tale da garantire il pluralismo dell'informazione, la sua correttezza ed oggettività. Ma la vera novità sta proprio nel garantire spazio simile a due giornalisti o opinionisti di uguale valore ma di vedute diametralmente opposte.