Mentre nell’Angelus di ieri Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018, ha sottolineato come, nonostante le paure siano legittime, è necessario concedere visti umanitari, ricongiungimenti familiari, una prima accoglienza decorosa, in un paese di provincia del Sud Italia viene indetto un referendum per chi considera gli immigrati un problema, una minaccia.

L’immigrazione è la principale insidia per l’Italia, pare. Nello specifico, Michele Ungaro, il sindaco di questo piccolo centro di circa 1.800 abitanti, Laurenzana, ha rinviato la decisione della delicata questione dell’accoglienza dei richiedenti asilo a un referendum comunale.

Il sindaco già mesi fa in una gremita sala consiliare, è stato netto: «nel caso in cui la volontà popolare fosse contraria all´arrivo dei migranti - ha avvertito Ungaro - sono pronto a legarmi davanti alla struttura che dovesse ospitare i migranti. Seppure ad oggi, non ve ne sia nessuna che risulti a norma per l´accoglienza».

Il referendum della discordia

E così, la domenica appena trascorsa (14 gennaio), è stato indetto questo referendum: Volete voi che arrivino migranti nel territorio di Laurenzana?”. Benché stranieri accolti in questo paese in provincia di Potenza non ve ne siano e non ne sia previsto alcun arrivo (sono un’ottantina i Comuni lucani, su 131, che invece - ad oggi - hanno deciso di optare per l’ospitalità), e nonostante, nei giorni precedenti, il Ministero dell´Interno avesse espresso un parere negativo sullo svolgimento del referendum sulla questione migranti per "incompetenza sulla materia", l´amministrazione comunale di Laurenzana ha deciso comunque di indire la consultazione referendaria che rimane però puramente indicativa.

Solo un parere di gradimento, quindi. Seppure questa raccolta di pareri rischia di avere - nel fervore mediatico della campagna elettorale – un’eco maggiore di quella che normalmente potrebbe creare un paesino di provincia incastonato nel cuore dell'Appennino lucano.

L’esito e la polemica

Con 341 “no” e 59 “si”, sette schede bianche e sei nulle, i cittadini di Laurenzana si sono espressi contrari all’arrivo dei migranti.

Registrata una bassa affluenza, sotto il 50 per cento, contando che sono andati a votare solo 413 aventi diritto su 1.763 (di cui circa 300 vivono all’estero e molti altri fuori regione).

Era quasi inevitabile che, a urne chiuse, arrivassero le prime critiche: umori, reazioni e commenti non positivi in merito all’esito del referendum.

Seppure sono state poche le persone che hanno espresso un voto, il timore è che passi il messaggio errato che al paese sia imputato un atteggiamento intollerante, di razzismo. Il referendum deve essere avvertito come una manifestazione di democrazia, in cui ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero; eppure pare anacronistico attribuire ai migranti la causa della condizione critica in cui riversa oggi l’Italia.