A poche settimane dal voto, diventa sempre più imbarazzante la posizione politica del candidato premier per il M5S, Luigi Di Maio. In seguito all’inchiesta condotta dalla “Iena” Filippo Roma sullo scandalo "Rimborsopoli", risulta infatti poco chiara la vicenda relativa alle restituzioni da parte dei parlamentari. Il leader ha richiesto allo sportello bancario di Montecitorio che gli vengano fornite le ricevute dei bonifici bancari per le somme versate sul Fondo per il microcredito del Ministero dello Sviluppo, al fine di accertarsi che tutti i pentastellati abbiano mantenuto le promesse fatte, aderendo a tale proposito.

Di Maio ha confermato l’intenzione di fare chiarezza, assicurando che le “mele marce” verranno prontamente allontanate. “Chi ha violato le nostre regole può già considerarsi già fuori dal MoVimento”, ha dichiarato alla troupe de “Le Iene”. Ha anche prodotto la documentazione che prova la restituzione di 370.000 euro in cinque anni, preoccupandosi di pubblicare un post sul suo profilo Facebook che attesti la verifica.

La reazione dei partiti avversari

Tuttavia, com'era prevedibile, i partiti avversari non hanno perso l’occasione di infierire.

Renzi definsce i pentastellati dei “truffatori-scrocconi” e mette in guardia chi volesse eleggerli, affermando che “non è tanto per i soldi che mancano, quanto per il fatto che ogni giorno Di Maio escluda un candidato diverso e se ne vergogni”, rendendo difficile capire quali siano i candidati, sebbene “nella scheda elettorale ci siano i loro nomi”.

Lo esorta dunque a dire chiaramente quanti siano realmente coinvolti nello scandalo.

Neanche Silvio berlusconi sfugge alla tentazione di affondare il colpo, tirando in ballo gli studi lacunosi del leader del M5S: “Non è stato capace di prendere una laurea, come potrebbe essere in grado di governare un Paese?”

Federico Pizzarotti trova che il M5S sia “morto da tempo, ormai è più che altro il ‘partito di Di Maio”.

Boomerang e traditori della Patria

Di Maio dal canto suo non si perde d’animo.

“Chi pensa di farci la morale – dice, riferendosi a Renzi – abbia il buonsenso di starsene zitto”, dal momento che agli italiani non ha restituito altro che “il traditore della Patria, Silvio Berlusconi”, ponendosi ben al di sotto delle “mele marce” in quanto a promesse mancate.

Ai microfoni conclude promettendo “Queste accuse saranno un boomerang per chi ci attacca”.