La presa di posizione dell'Agcom nei confronti dei sondaggi clandestini segna un punto di svolta. Ci sono voluti 10 anni, con il 2018 che diventa - a tutti gli effetti - uno spartiacque decisivo. C'è stato un prima e ci sarà un dopo, all'indomani del comunicato dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Dopo l'intervento di un paio di giorni fa, nessun sito - tra quelli che erano soliti pubblicare corse di cavalli mascherate da sondaggi veri e propri - ha più pubblicato un sondaggio. Dopotutto, il gioco non valeva più la candela. Continuare a perseverare sarebbe stato diabolico, oltre ad avere pesanti conseguenze in termini pecuniari.
La morte dei sondaggi clandestini
Elezioni politiche del 2008, primo anno in cui fecero il loro debutto i sondaggi clandestini. Elezioni politiche del 2018, dieci anni più tardi: la morte dei finti sondaggi, camuffati da corse all'ippodromo e conclavi. C'è voluto un po' di tempo, ma alla fine è stato messo un punto alla follia di un'idea che ha sempre sfiorato i contorni del ridicolo. Anche in questo caso, l'Italia ha dimostrato tutta la sua profonda incoerenza: avere una legge e, allo stesso tempo, consentire ad altri di calpestarla. Nel caso specifico, le istituzioni si sono svegliate con qualche anno di ritardo. Un saggio di noialtri direbbe: meglio tardi che mai. Negli ultimi tempi, i finti sondaggi si erano trasformati nei modi più disparati.
In principio, le corse dei cavalli rappresentarono un unicum. A seguire, però, arrivarono conclavi, Gran Premi di Formula 1, ecc. Tanto più la fantasia dei (non) giornalisti cercava di prendere spazio, quanto più la fine si avvicinava. Il capolinea è arrivato a meno di due settimane dalle attese elezioni di domenica 4 marzo, quando gli italiani saranno chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento.
Multe salate per chi pubblica i sondaggi clandestini
Senza l'intervento dell'Agcom, probabilmente, i risultati dei sondaggi clandestini 2018 sarebbero continuati a imperversare per la rete. Il cartellino rosso sventolato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, però, ha rimesso un po' di ordine. Come accennato prima, il rischio di vedersi comminare una multa salata era divenuto concreto.
L'ammenda non ammonta a 100-200 euro, bensì può arrivare fino a 250 mila euro. La logica conseguenza è stata l'interruzione istantanea di tutti i sondaggi. Alcuni siti, come misura drastica, hanno scelto di cancellare i post; altri, invece, hanno mantenuto l'articolo pubblicato. Da oggi, dunque, un nuovo inizio. La certezza è che gli italiani, per conoscere realmente chi riceverà l'incarico di formare il nuovo governo dal Presidente della Repubblica, dovranno aspettare le prime ore di lunedì 5 marzo. A patto che ci sia un progetto politico, nell'eventualità che nessuna forza politica raggiunga la maggioranza del 40 per cento. Dettaglio non scontato in una partita politica che può vantare numerosi spettatori interessati, soprattutto a Bruxelles e dintorni.