Da anni dopo le elezioni politiche si assiste alla rivendicazione di vittoria da parte di chiunque partecipi alle elezioni. Questo è un dato di fatto assoluto, perché accettare la sconfitta non è facile e perché le leggi elettorali, almeno le ultime che sono state adottate non consentono mai di avere un quadro chiaro della situazione. Il ''Rosatellum'' non è da meno anche se a fare un po’ di chiarezza questa volta ci hanno pensato gli italiani. Dopo il voto di ieri 4 marzo il dato inequivocabile è che ha perso il PD e tutto il centrosinistra. Lo stesso non si può dire per chi ha vinto perché gridano al successo sia il Centrodestra che il movimento 5 stelle.

Probabilmente hanno ragione entrambi gli schieramenti anche se nessuno di loro ha i numeri per fare tutto da soli, cioè per governare. Adesso toccherà a Mattarella come Presidente della Repubblica dare l’incarico a qualcuno di vedere come approntare un Governo e l’operazione oggi sembra difficile. Ecco cosa è successo ieri con il voto e cosa potrebbe accadere più facilmente.

Le differenze tra partito e coalizione

Il Movimento 5 Stelle ha superato il 30% dei voti e risulta il partito più votato, mentre il Centrodestra che comprendeva FI, FDI, Lega e UDC, quindi come coalizione ha superato il 37%. Quelli che sono più vicini come numero di seggi, ad avere una maggioranza che al Senato è di 316 senatori è senza dubbio la coalizione.

Quando scriviamo non è ancora chiara la reale ripartizione dei seggi ma ad intuito al centrodestra mancherebbero tra 50 e 60 senatori per poter avere la maggioranza in Senato. Anomalia di una legge elettorale senza premio di maggioranza, con una parte di eletti dal maggioritario, un’altra parte dal proporzionale, con collegi uninominali e circoscrizioni che solo a ragionarci sopra è da mal di testa.

Il M5S invece si trova a maggior distanza dal numero della maggioranza necessaria, cioè avrà meno parlamentari della coalizione di centrodestra. Però sono il primo partito ed escludendo qualche dissidente o qualche già espulso dal movimento che è stato comunque eletto, hanno una unica maglia.

Cosa farà Mattarella?

Di Maio e i suoi hanno già dichiarato entusiasti del risultato che chi vorrà Governare deve chiedere al loro, dando per scontato che Mattarella dia l’incarico di fare un Governo a loro, partito più votato.

Una eventualità possibile e a dire il vero anche giusta e giustificabile, ma che potrebbe e forse dovrebbe non riuscire nell’intento. Bisognerà presto eleggere Presidenti di Camera e Senato ed i pentastellati hanno già consegnato al Presidente Mattarella la lista della squadra di Governo. I 5 Stelle chiederanno alle altre forze politiche di accettare il loro Governo e di appoggiarlo in base al loro programma, magari ritoccato, ma sempre al loro programma. Salvini che ha vinto la gara interna con Berlusconi, lo stesso Cavaliere, Meloni ed anche PD e così via difficilmente accetteranno questo scenario e se al Senato si riuscirà ad avere un Presidente dopo 5 votazioni, alla Camera dove si va avanti ad oltranza questo appare impossibile.

Una soluzione diversa sarebbe dare l’incarico al centrodestra, quindi a Salvini. In questo caso i numeri sono più vicini alla maggioranza ed ipotizzare già nelle prime settimane di legislatura, parlamentari che fuoriescano dai loro gruppi di appartenenza perché già in disaccordo con i loro partiti (come dicevamo anche il M5S non è esente da soggetti già arrabbiati in partenza) per formare nuovi gruppi ed appoggiare un esecutivo non è opzione da scartare.

Una soluzione tipicamente all'italiana che non può non essere considerata e che farebbe nascere il classico Governo di Scopo. Un Esecutivo che come al solito dovrebbe fare delle riforme per poi fermarsi e ridare la parola agli elettori. Un processo che a parole deve durare qualche mese e che come consuetudine, anche in questo caso italiana, potrebbe durare anni per il solito problema degli anni di legislatura che servono per i vitalizi, le pensioni e tutto quello che un parlamentare guadagna dall'essere stato eletto.

In definitiva, due soluzioni perfettamente fattibili, con la seconda che appare in vantaggio, soprattutto perché le forze politiche di tradizione hanno sempre visto il M5S come il nemico da combattere. In definitiva, il Movimento 5 Stelle ha vinto davvero? Il dubbio è lecito. Allora ha vinto il Centrodestra? Anche qui il dubbio è grande.