Dopo le Elezioni politiche del 4 marzo sono molti i volti storici della sinistra politica che stanno intervenendo sui media per analizzare la sconfitta delle forze progressiste e democratiche, l'ultimo in ordine di tempo è stato Achille Occhetto che questo giovedì 15 marzo è stato ospite di "L'Aria che tira" su La7 rispondendo alle domande di Myrta Merlino. Ecco quello che ha detto l'ex segretario del PCI.
Occhetto: 'Idea Di Maio mi fa venire gelo alla schiena, sarebbe divertente vederlo governare con la Lega'
All'inizio Occhetto ha parlato della scelta del Pd di restare all'opposizione di un eventuale Governo del M5S: "Sono completamente d'accordo.
In tutte le fasi della storia della Repubblica la responsabilità di governare è di chi ha vinto le elezioni. Oggi si sposta l'attenzione dicendo che i 5 Stelle si trovano nella stessa condizione in cui si trovò Bersani. A me ha fatto venire un fremito e gelo alla schiena vedere Di Maio dire alla Stampa estera che ha vinto le elezioni, che lui sarebbe stato Presidente, che i ministri erano già decisi e che il programma era già scelto dal popolo (al limite chi ha suggerimenti può mandare fogliettini come nei cioccolatini Perugina), però silenzio e votateci: questo è un sistema non costituzionale, anzi è un po' strano sul piano del metodo. Il problema è che sia Salvini che Di Maio sono davvero vincitori solo nel momento in cui dimostrano di avere capacità di coalizione: il M5S non ci prova nemmeno e chiede i voti gratis, mentre il centrodestra cerca una via subdola come quella di cercare i voti in Parlamento".
A una domanda sul perché la responsabilità di Governo non paga elettoralmente, Occhetto ha risposto: "Se un Governo ha la capacità di risolvere i problemi dei cittadini riesce ad avere anche consensi, ma se invece fa una pura e mera governabilità è destinato a perdere. E' molto più facile fare una battaglia di opposizione e demagogica contro un Governo che vive sulla governabilità: esso sta come sulle uova".
Riguardo all'opzione di una maggioranza 5 Stelle-Lega, Occhetto ha affermato: "Non so se realistica, ma la guardo con grande divertimento: sarei proprio curioso di vedere che cosa riescono a fare. Questo renderebbe la vita politica da drammatica a divertente. Però hanno il dovere di provare a fare un Governo, visto che hanno vinto...".
Occhetto: 'Se il PD fa il lacchè a Di Maio sparisce davvero: ora tutta la sinistra deve porsi il problema di rifondarsi'
L'ex segretario del PDS ha poi detto: "Ho sentito il travaso di voti da sinistra verso il M5S. Ma è strabiliante che chi era uscito dal PD per riprendere un pezzo di popolo non ci sia riuscito: continuare a dare la colpa al PD quando si è preso un ridicolo 3% alle elezioni è un atto di disonestà intellettuale. Bisogna chiedersi piuttosto come mai in tutta Europa c'è l'eclissi di tutte le sinistre anziché darsi la colpa l'uno con l'altro. Secondo me la causa sta nel fatto che la sinistra moderata è stata subalterna al neo-capitalismo, al neoliberismo e all'austerità: la crisi doveva avere una risposta a sinistra e invece ha portato avanti il populismo; mentre la sinistra radicale è ridotta ai minimi termini.
Invece credo che tutte insieme dovrebbero porsi il problema di come rifondiamo le sinistre, in Italia e in Europa. Ma siamo lontani perché fra questa gente c'è poca intelligenza politica".
Entrando ancor più nel dettaglio, Occhetto ha precisato: "Io ho sempre detto che il PD era nato male perché era la somma di apparati. Poi il coccio si è rotto, oggi pensare di rimettere semplicemente insieme i pezzi farebbe tornare allo stesso difetto di fabbrica originario. Il problema non è tanto che qualcuno debba rientrare nel PD, quella che serve è una rifondazione complessiva della sinistra con una nuova classe dirigente (perché tutti hanno perso) che parta da una 'Convenzione delle Sinistre': poi ci saranno ovviamente delle idee diverse, ma che ben vengano le divergenze se sono alte e nobili sui programmi, purché vi sia la capacità di essere solidali nei confronti degli altri".
Riguardo all'idea di Michele Emiliano sul possibile appoggio del PD al Governo M5S, Occhetto è stato eloquente: "Non sono mai stato renziano, anzi semmai salgo sul carro del perdente. Ma credo che oltre ad aver ottenuto le dimissioni di Renzi le minoranze non possono certo chiedere di asfaltare il PD. Se il PD accetta di fare il lacchè di Di Maio sparisce davvero". E poi ha proseguito: "Renzi all'inizio aveva ragione a dire che si doveva svecchiare e aprire una fase nuova, ma poi progressivamente non è riuscito a farlo e abbiamo visto riemergere le vecchie figure e un vecchio modo di fare politica. Con il referendum poi si è "auto-avvelenato". Non è mancata una stoccata verso D'Alema: "Ai miei tempi lui disse di essere solo il deputato di Gallipoli per mettersi di lato e in realtà manovrare contro di me nel partito.
Quest'anno si è ripresentato a Gallipoli ma senza grossi risultati".
Occhetto ha anche parlato del perché della crisi del PD e delle altre formazioni della sinistra: "C'è stata una visione modernista sbagliata, ossia quella che la politica sia immagine e rappresentazione, che ha portato a dimenticare il territorio. Io auspico non tanto il ritorno ai partiti vecchio stampo o alla "ditta", ma invece la creazione di un partito a rete con una centrale viva che abbia rapporto con dei filamenti forti nel territorio: non le vecchie sezioni ma dei centri di formazione che permettano ai giovani di impegnarsi sui problemi reali".
Occhetto: 'Hanno perso tutte le forze che hanno le radici nel Novecento'
Occhetto ha poi concluso dicendo: "Ormai c'è un mutamento totale, escono sconfitti da queste elezioni tutti i partiti che hanno una qualche radice nel Novecento e hanno prevalso invece le forze che hanno una linea più "populista".
Anche Berlusconi in questa partita non c'è stato, nonostante sia stato il primo populista della Seconda Repubblica. La natura ideologica dei grillini? Non si può capire solo osservando i flussi di voti in entrata, perché essi non dimostrano la natura di un partito: anche le dittature di estrema destra degli anni Trenta in Germania e in Italia hanno avuto fra i loro seguaci milioni di operai che all'origine erano di sinistra. Questo non è un paragone politico ma solo logico. Anche la Lega anni fa ebbe molti voti in uscita da sinistra".