In queste ore rimbalzano molte notizie sugli eletti alla Camera e al Senato dopo le Elezioni politiche di domenica scorsa.In particolare molti stanno parlando, un po' impropriamente di "ripescaggi", termine forse comprensibile sul piano giornalistico, ma del tutto inopportuno sul piano tecnico, dal momento il Rosatellum non prevede alcun ripescaggio. Molto più semplicemente ci sono tutta una serie di candidati che si presentavano sia nell'uninominale che nel plurinominale e, pur essendo stati sconfitti nel primo caso, faranno regolarmente accesso in parlamento grazie appunto alla quota Proporzionale.
Diamo invece uno sguardo adesso ai nomi di vari parlamentari uscenti che non sono riusciti a confermare il proprio seggio neanche dopo il calcolo degli eletti nel proporzionale e che quindi non vedremo più sugli scranni di Montecitorio o di Palazzo Madama.
Della Vedova, Cicchitto, Esposito e Formigoni: quanto nomi eccellenti fuori dal Parlamento
Cominciando dalla coalizione di centrosinistra, fra i non riconfermati in Parlamento c'è il senatore piemontese Stefano Esposito del Pd, la deputata veneta Laura Puppato e il sottosegretario Pier Paolo Baretta. Così come non viene rieletto neanche Riccardo Illy, che era già stato deputato due Legislature fa, oltre che avere ricoperto i ruoli di sindaco di Trieste e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.
Fuori fra gli altri anche Titti Di Salvo, ex sindacalista CGIL eletta nel 2013 con SEL e poi passata nel PD, il suo posto in lista (quarta nel proporzionale in Piemonte) le dava in effetti poche possibilità di essere rieletta, stessa sorte per Ileana Piazzoni nel Lazio.
Guardando ai piccoli della coalizione, manca la rielezione Benedetto Della Vedova, sconfitto nell'uninominale a Prato ed escluso anche dal proporzionale dato che +Europa non ha superato il 3%: l'ex radicale saluta le Camere dopo 12 anni.
Lascia i banchi parlamentari dopo decenni Fabrizio Cicchitto, che era entrato per la prima volta a Montecitorio nel 1976 nelle file del PSI, prima di passare in Forza Italia e poi in NCD: a queste elezioni era candidato come capolista di "Civica Popolare con Lorenzin" al Senato in Umbria e in Sicilia, ma la lista non ha superato lo sbarramento.
Nella coalizione di centrodestra, dove la gran parte dei parlamentari uscenti sono stati riconfermati, spicca l'esclusione dell'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il quale non aveva alcun "paracadute" rispetto alla candidatura con Noi con l'Italia-UDC, lista che non ha però superato il fatidico 3%.
Tantissimi i parlamentari uscenti non eletti in Liberi e Uguali
Ovviamente la maggior parte dei parlamentari uscenti non confermati è fra le file di "Liberi e Uguali", formazione di sinistra che si è fermata al 3,4% dei consensi, ottenendo solo 18 eletti. Fra gli esclusi eccellenti della formazione di Grasso troviamo Arturo Scotto, fondatore di MDP dopo aver lasciato un anno fa Sinistra Italiana, stessa scelta che fece Alfredo D'Attorre, pure lui escluso.
Restano fuori anche altri volti noti di Articolo Uno come la capogruppo uscente al Senato Maria Cecilia Guerra, e molti parlamentari fra i quali Miguel Gotor, Davide Zoggia, Filippi Fossati, Stefano Quaranta e Paolo Fontanelli. Sempre in LeU, ma in quota Sinistra Italiana, non riescono a confermare lo scranno parlamentare i senatori uscenti Peppe De Cristofaro e Alessia Petraglia, oltre ai deputati Celeste Costantino, Giovanni Paglia e Giorgio Airaudo. Infine, ancora dentro LeU, ma in quota Possibile non confermano il seggio il leader Pippo Civati e i deputati uscenti Andrea Maestri e Beatrice Brignone.