Dopo il primo giro di consultazioni del 4 e del 5 aprile, conclusosi con una fumata nera, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato i partiti per giovedì e venerdì di questa settimana.

Sarà la volta buona? Si troverà finalmente un accordo e una figura a cui affidare il mandato di governo?

Nuove Consultazioni questa settimana

Nelle ore passate, abbiamo assistito a una lite a distanza tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello dei 5 Stelle, Luigi Di Maio.

Da un lato, Salvini afferma che l'unica soluzione possibile per raggiungere la maggioranza in Parlamento e, quindi, formare un governo stabile, è un'alleanza del centro destra UNITO con il Movimento 5 Stelle.

Il leader della Lega ha chiesto infatti a Luigi Di Maio un incontro, Il nodo cruciale resta, a suo avviso, la premiership. Chi sarà, quindi, il capo di governo nel caso di una tale alleanza? Si è paventata la soluzione di un premier "terzo", comune a centrodestra e 5 stelle. Si rincorrono già nomi, da Giovanni Maria Flick, a Paola Severino, fino a Carlo Cottarelli.

Idea, quella del leader "terzo", che non piace al leader pentastellato, il quale continua a sottolineare come sia lui l'unico possibile capo di governo, visti i numeri di voti presi da Di Maio, nelle scorse elezioni. "Ho preso 11 milioni di voti e devo farmi da parte io? Ai tavoli europei serve gente legittimata dal popolo", aggiungendo che "c'è lo 0% di possibilità che il Movimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l'ammucchiata di centro destra", come, invece, sembra auspicare Salvini stesso.Si dice pronto, Di Maio, a porre delle condizioni, visto e considerato come i pentastellati non possano essere esclusi dai giochi.

La prima di queste è formare un governo, ma senza l'appoggio di Forza Italia (e di conseguenza di Silvio Berlusconi).

Scontri verbali, che si sono succeduti per la tutta la giornata di ieri: formazione di un esecutivo M5S-Lega sì o no?

Salvini, a Udine per la campagna elettorale in vista delle prossime regionali Friulane, ha sottolineato come, nel caso in cui non ci siano i numeri per formare il governo, "si torna al voto".

Sottolineando, poi, come non voglia fare lui il premier a tutti i costi, il leader del Carroccio si è disposto pronto a dialogare sui programmi, ma nel caso in cui vedesse solo dei no dall'altra parte (M5S), tanto vale far tornare gli Italiani alle urne.

Intanto, il Movimento 5 Stelle strizza l'occhio al Partito Democratico, il quale sembra, invece, fermo sulla posizione di rimanere fermo all'opposizione, mettendo in evidenza, tramite il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, che "i primi passi del Movimento sono terrificanti: prima si sono spartiti tutti gli incarichi parlamentari, lasciando fuori l'opposizione, continuando poi a fare appelli al PD, per una possibile alleanza".

Tra botte e risposte, ora la parola passa al Capo dello Stato, che, in settimana, si troverà a confrontarsi nuovamente con tutti i leader delle forze politiche. Il Presidente ha fatto intendere di voler assecondare gli sforzi dei partiti per uscire dallo stallo creatosi post voto, assicurando che, in ogni caso, l'Italia necessita un Governo e che nuove elezioni sono comunque da escludere prima dell'estate. Non ci sarebbero, infatti, i tempi necessari per sciogliere le Camere e indire nuovo voto prima della pausa estiva. Che sia la volta buona?