‘Capitan Pizza’, come direbbe Beppe Grillo, è tornato. Il sindaco di Parma, Federico pizzarotti, ex del M5S, attacca frontalmente il leader pentastellato, Luigi Di Maio, durante la trasmissione di La7 Omnibus, andata in onda nella mattinata di oggi, 17 aprile. Pizzarotti, rispondendo alle domande della conduttrice Alessandra Sardoni, afferma senza esitazioni che, a suo modo di vedere, da quando Di Maio ne è diventato il leader politico, il Movimento 5 Stelle “non esiste più”. Parole durissime a cui l’attuale leader di Italia in Comune aggiunge una punta di sarcasmo, parlando di Partito di Di Maio come possibile nuova denominazione del M5S.

Ma il Pizza non risparmia giudizi pungenti nemmeno sull’altra stella del Movimento, Alessandro Di Battista e chiude da ‘iettatore’ il suo intervento pronosticando “risultati negativi” a breve per il Movimento.

Pizzarotti attacca Di Maio e tutto il M5S

Federico Pizzarotti comincia subito ad attaccare gli ex compagni politici. “Il M5S non si è mai connotato - afferma - non ha mai dato delle linee chiare in termini di valori, in termini di etica. Si è mascherato dietro lo slogan ‘basta dire onestà, basta dire gli altri son brutti e cattivi e quindi noi non siamo né destra, né sinistra’. Insomma, prosegue nella sua invettiva il primo cittadino parmigiano, “il M5S non esiste più da almeno 2 o 3 anni, cioè da quando Di Maio ha preso il potere”.

Infatti, spiega Pizzarotti, il ‘successore’ di Grillo può ad esempio “disporre delle commissioni, può decidere chi sono i capigruppo alle Camere”. Dito puntato anche sul presunto cambio delle regole interne e del programma elettorale votato online dagli attivisti. Infatti, secondo Pizzarotti, molti dei punti votati sulla piattaforma sarebbero “praticamente scomparsi” dai 10 punti presentati in seguito da Luigi Di Maio.

In pratica, nel suo ex Movimento ci sarebbero “delle frizioni tenute sopite” perché “non parla più nessuno a parte Di Maio”.

Il giudizio su Di Battista

Secondo Federico Pizzarotti, Di Battista e Di Maio rappresentano solo una “favolosa strategia comunicativa”, perché mentre il primo è “la persona posata, sempre in giacca e cravatta, che va su palchi ben organizzati con dietro il manifesto e il logo”, il secondo “l’ho apostrofato come ‘il Che Guevara dei 5 Stelle’, perché lo fanno arrivare in scooter, sotto l’acqua, arringa la folla da solo su un palco”.

I due, insomma, sarebbero “due anime per cercare di parlare a tutte le anime che possono avere gli italiani, una dicotomia assolutamente voluta”.

I foschi presagi sul futuro del M5S

Per concludere il suo attacco al vetriolo contro il suo ex movimento politico, Pizzarotti si dice convinto che il M5S “nei territori non esiste, perché i vari capi bastone, pensiamo a Bugani, pensiamo a quello che avviene in Piemonte o in Liguria, parlano solo con le persone più fedeli, non c’è un rapporto con il territorio”. Infatti, sostiene il sindaco di Parma, “sono pochissimi i Comuni in cui si stanno presentando in queste elezioni comunali, perché ormai non si trovano candidati per fare il lavoro difficile che è quello dei Comuni, ma solo persone che vogliono andare in parlamento. Penso che se andrà avanti così ben presto troveremo dei risultati negativi sui territori”.