La parte del Pd disposta a dialogare per formare un governo, contrapposta a quella renziana, chiusa nell’Aventino parlamentare, starebbe cercando di trovare punti di contatto con il M5S per dare vita ad un governo M5S - Pd, magari con la partecipazione anche di LeU. A muovere i fili della nuova strategia del nazareno, oltre ai capi corrente Dario Franceschini e Andrea Orlando, sarebbero anche due mostri sacri della storia del centrosinistra: Romano Prodi e Giuliano Amato. Il succulento retroscena viene pubblicato oggi, 31 marzo, sul quotidiano La Stampa.

Unica condizione posta dai governisti Dem ai pentstellati è l’indicazione di un premier diverso da Luigi Di Maio. Scontata anche la messa in minoranza di Matteo Renzi dentro al partito. Pronti anche i nomi di alcuni possibili presidenti del Consiglio considerati super partes.

Prodi e Amato disponibili a governare con il M5S

Dunque, secondo la ricostruzione fornita da Francesco Bei su La Stampa, il Pd sarebbe praticamente spaccato in due tra l’ala renziana, contraria a qualsiasi soluzione di governo che veda i Dem protagonisti, e quella cosiddetta dialogante, favorevole a dare vita ad un esecutivo giallo-rosso, ma chiedendo in cambio la testa di Di Maio. I primi ad aprire a questa soluzione sono stati, ieri, Dario Franceschini e Andrea Orlando.

Il ministro della Cultura ha chiesto di riunire i gruppi parlamentari Pd prima dell’inizio delle consultazioni al Quirinale per discutere la linea Politica. Il Gaurdasigilli, dal canto suo, ha fatto subito gioco di sponda chiedendo di ridiscutere l’agenda sociale e politica del Nazareno a trazione renziana. In questo gioco al massacro contro Renzi si sarebbero inseriti, secondo quanto riporta il quotidiano torinese, anche gli ex presidenti del Consiglio Giuliano Amato (1992) e Romano Prodi (1996 e 2006) i quali, “con discrezione e senza apparire, stanno spingendo pezzi di Pd in quella direzione”.

I nomi dei possibili premier del governo M5S - Pd

Dunque, la parte anti renziana del Pd, tramite il filtro dei grillini Danilo Toninelli ed Emilio Carelli, starebbe cercando di convincere il M5S a rinunciare a Luigi Di Maio nel ruolo di premier per puntare, invece, su un profilo alla Stefano Rodotà (il giurista recentemente deceduto, indicato nel 2013 per il Quirinale proprio dai pentastellati).

Pronti anche i nomi dei papabili premier di un cosiddetto ‘governo della Consulta’. Si tratta di Giovanni Maria Flick, Paolo Grossi e Giorgio Lattanzi. I primi due sono ex presidenti della Corte Costituzionale, l’ultimo è presidente ancora in carica. Non mancano nemmeno i punti di un eventuale programma comune: legge elettorale, lotta alla corruzione, guerra alla povertà, lavoro e legalità. In ogni caso, i congiurati anti renziani aspetteranno la fine del primo giro di consultazioni di Sergio Mattarella, verso la metà di aprile, per tentare di rovesciare il tavolo sul quale è ancora Matteo Renzi a dare le carte per il momento.