Lunedì sera, Donald Trump ha deciso, all'ultimo momento, di sospendere l’imposizione di dazi sull'importazione di alluminio (al 25%) e acciaio (al 10%) dall'Unione Europea. La misura sarebbe stata attivata a partire dal 1° maggio. L'obiettivo di questa sospensione, che durerà fino al 1° giugno, è quello di concedere ulteriore tempo alle parti al fine di trovare una soluzione soddisfacente e scongiurare una guerra commerciale.

No alle minacce

Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May avrebbero fatto pressione affinché Donald Trump cambiasse definitivamente idea e accantonasse il proposito di imporre dazi sui paesi dell'Unione, ma non sono riusciti in questo intento.

Stando così le cose, sentendosi sotto pressione, gli europei potrebbero comunque non raggiungere alcun accordo con gli americani e i dazi scatterebbero con l'inizio di giugno. Il commissario europeo al commercio, Cecilia Malmstrom, ha infatti annunciato che, nonostante la partnership e l'amicizia tra Europa e USA, l'Unione "non negozierà sotto minaccia. Il negoziato deve essere equilibrato e reciprocamente vantaggioso".

La strategia americana, però, è proprio quella di portare,attraverso la pressione dei dazi, i paesi esportatori di acciaio e alluminio al tavolo negoziale con il fine di obbligarli a un contingentamento dell’export verso gli USA.

In questo senso, sono stati raggiunti accordi con la Corea del sud (che ha accettato di diminuire del 30% l'export di acciaio) e sono state gettate le basi per raggiungere simili accordi con il Brasile, l'Argentina e l'Australia.

Il deficit commerciale americano

Il deficit commerciale di Washington verso l'Europa è oggi di 15 miliardi di dollari ed è più che decuplicato negli ultimi 20 anni. È principalmente la Germania ad esportare negli USA.

Sebbene l'obiettivo "grosso" delle misure protezionistiche americane sia la Cina, la quale ha risposto imponendo a sua volta nuovi dazi sulle merci americane, anche l'Unione Europea, a dispetto degli storici rapporti politici, militari e commerciali, verrebbe duramente colpita.

Proprio in virtù della tradizionale amicizia le cancellerie del vecchio continente si aspettavano un trattamento privilegiato. Ma a quanto pare, con gli Stati Uniti di Trump bisognerà trattare senza possibilità di ricevere sconti. Nel caso non si raggiungesse un accordo, Bruxelles è pronta a imporre tariffe sui prodotti provenienti dagli USA, per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro l’anno.