Il prestigioso quotidiano economico inglese, Financial Times, in un editoriale pubblicato ieri 14 maggio 2018 paragona l'ipotetica alleanza contrattuale giallo - verde tra M5S e Lega alla calata dei Barbari su Roma verificatasi nel V secolo dopo Cristo. Il quotidiano economico, mettendo nero su bianco i timori di molti nel Vecchio Continente, ha analizzato attentamente quelli che dovrebbero essere gli aspetti caratterizzanti del contratto per il Governo del cambiamento, mettendo in luce le profonde differenze esistenti tra i due schieramenti usciti vincitori dalle Elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Per di più vi sarebbe anche qualcuno, tra i navigati politici nostrani, pronto a sostenere che questo tentativo di far nascere un Governo, marcatamente populista, sia solamente un bluff. Ma andiamo con ordine.
L'editoriale di FT
In effetti, il Financial Times non ci va leggero. Afferma, infatti, che l'eventuale esecutivo che dovesse nascere nelle prossime ore per volontà di M5S e Lega, sarà il primo governo anticonvenzionale a guidare una democrazia occidentale sviluppata. Non solo, a parere del FT, sarà anche l'esecutivo più inesperto a partire dalla fondazione della Ue nel 1957. Lo scopo di queste durissime critiche sarebbe quello, secondo un'interpretazione avvalorata anche dal "Fatto Quotidiano", di scuotere dal loro torpore i partiti politici tradizionali considerati dal Financial Times i veri responsabili dell'attuale fase di stallo.
E tutto questo a motivo del fatto che, negli anni passati, non avrebbero messo mano alle necessarie riforme, o almeno non al livello necessario.
Questo non vuol dire che il quotidiano inglese non rispetti il risultato uscito dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Riconosce, infatti, che il M5S e la Lega sono stati eletti democraticamente e hanno sia il diritto che il dovere di provare a dare un governo all'Italia.
Ma, visti i programmi dei due partiti, i contenuti di un qualsivoglia contratto di governo vengono giudicati "preoccupanti".
Innanzitutto, in politica estera i due schieramenti sarebbero troppo pro-Russia. Infatti, è risaputo come sia il M5S che la Lega siano contrari alle sanzioni imposte a Mosca dopo l'annessione forzata della Crimea.
Per non parlare della questione immigrazione. Anche oggi Salvini ha tuonato contro l'ingerenza dell'Europa nella questione ribadendo che è arrivato il tempo della sicurezza, della legalità e dei respingimenti.
Ma, come ovvio, il faro dell'attenzione del quotidiano economico inglese è puntato sulle possibili riforme economiche a partire dal reddito di cittadinanza sino alla flat tax passando per l'abolizione della riforma pensionistica e, quindi, della legge Fornero. Misure che richiedono coperture finanziarie per decine di miliardi e che, se attuate, avrebbero un notevole impatto sul debito pubblico attualmente sopra i 2 mila e 300 miliardi di euro come ha certificato Bankitalia. D'altra parte vi sarebbe in Italia chi afferma che il futuro possibile governo M5S - Lega sia se non un vero e proprio bluff, almeno un'operazione di facciata.
Perché si è voluto questo tentativo
Ma se le differenze sono così profonde perché si è voluto, comunque, andare avanti su questa difficile strada? A rispondere è una vecchia conoscenza della politica italiana e della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino. Come riporta la rivista online "Wired", Pomicino afferma che, in questo modo, il Quirinale ha fatto uscire allo scoperto M5S e Lega e scongiurato definitivamente lo spettro delle elezioni politiche anticipate in estate. E se il tentativo giallo-verde dovesse naufragare non ci sarebbero nuove elezioni neanche in autunno.
Inoltre, mettere alla prova dei fatti i due partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo potrebbe ridimensionare queste stesse forze, perché, secondo il vecchio politico democristiano, i costi di un eventuale accordo sarebbero molto alti per Matteo Salvini e i ritorni molto bassi per entrambi. Di conseguenza, richiamando la classica immagine dei Promessi Sposi del Manzoni, questo matrimonio, secondo Pomicino, non s'ha da fare in quanto non è né d'amore né di convenienza.