Le elezioni di ieri, 20 maggio, hanno evidenziato i forti contrasti interni che si stanno registrando, in questi mesi, in Venezuela. Poco più di 8 milioni di persone (circa il 46% della popolazione venezuelana) ha espresso il proprio voto, con circa 5 milioni di consensi per Nicolas Maduro. Il risultato è stato comunicato da Tibisay Lucena, presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE).

Le reazioni

I dati non hanno soddisfatto né Maduro, né l'opposizione. Il neoeletto presidente, infatti, seppur abbia esultato per i 47 punti di distacco dal "candidato che mente", riferendosi a Henri Falcon, ha vistosamente perso il consenso del proprio popolo.

Nelle prime elezioni del 2013, infatti, aveva ottenuto circa 7,5 milioni di voti (il 79,69% dei consensi), con una differenza di circa 1,7 milioni di voti rispetto alla tornata elettorale tenutasi ieri.

A dare sostegno alla rielezione del presidente è intervenuto Sergej Viktorovič Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Russia, il quale ha definito "valide" le elezioni, anche se, stando alle sue dichiarazioni, molti paesi avrebbero provato ad influenzare l'esito del voto,

L'opposizione rappresentata da Henri Falcon, molto attivo nelle rivolte degli ultimi giorni al fianco del suo popolo, ha denunciato il risultato, annunciando di non riconoscerne la legittimità. Il candidato, infatti, su Twitter ha affermato: "Disconosciamo questo processo elettorale e lo qualifichiamo illegittimo", esigendo la convocazione di nuove presidenziali.

La situazione in Venezuela

Il Venezuela è un paese che sta attraversando una profonda crisi economica e una consistente iperinflazione (8000% secondo il Fondo Monetario Internazionale, FMI).

I beni di prima necessità, così come il cibo, hanno raggiunto costi estremamente elevati, con i medicinali che ormai sono diventati dei beni di lusso.

È stato stimato, ad esempio, che per comprare un po' di latte servirebbero circa tre mesi di pensione.

Lo Stato, nei mesi scorsi, si è attivato per distribuire le cosiddette "borse dell'emergenza", della durata di un mese, che non risulterebbero però sufficienti a sfamare nemmeno famiglie formate da quattro persone. Inoltre, per riceverle si deve mostrare il "Carnet della Patria", una sorta di carta d'identità alternativa che comprova l'adesione al governo socialista.

Tenendo conto dell'enorme potere di cui gode Maduro, che in questi anni ha sostituito il Parlamento con l'Assemblea Costituente, per gran parte delle opposizioni ci sarebbero stati dei brogli durante le votazioni, poiché sarebbe proprio il presidente a gestire la giustizia elettorale.

Il Venezuela, quindi, in questa situazione, rimane uno Stato sull'orlo del collasso, con un popolo allo stremo che non riesce a trovare sostegno nemmeno nell'opposizione a Maduro, che non è riuscita a contrastare lo strapotere del rieletto presidente.