Giuseppe Conte ha rilasciato la sua prima intervista da premier a "Il Fatto Quotidiano". Il capo del governo ha rivelato di essere stato un elettore di centrosinistra almeno fino al 2013, avendo votato dapprima per L'Ulivo di Prodi e poi soprattutto per il Partito Democratico. Inoltre ha aggiunto che il suo modello politico è Aldo Moro.

Giuseppe Conte: dal ruolo di premier alla legittima difesa

Il Presidente del Consiglio, intervistato da Marco Travaglio, soffermandosi sul suo passato da elettore di centrosinistra, ha sottolineato come non gioisca affatto per la crisi del PD, poiché: "Un'opposizione forte aiuta i governi a sbagliare meno".

In merito alla sua posizione di premier tra due leader (Di Maio-Salvini) di fronte opposto, ha affermato che lui agisce da ponte e, non preoccupandosi degli esiti dei sondaggi, non dà alcuna importanza alle percentuali sul consenso personale.

Tra gli argomenti trattati, non poteva non esserci quello relativo alla legittima difesa. Su questo punto, Conte è stato piuttosto chiaro, rivedendo in parte la posizione molto più radicale di Matteo Salvini. Il premier, infatti, ha dichiarato che, di certo, tra gli obiettivi del governo, non c'è quello di fornire "incentivi a farsi giustizia da soli o a sostituire la difesa delle forze dell'ordine con l'autodifesa personale". Proseguendo nel suo ragionamento, il Presidente del Consiglio si è definito un "pacifista", ritenendo che, a suo parere, avere un'arma ed estrarla in determinate occasioni possa esporre le persone "a rischi maggiori".

Il Presidente del Consiglio sulla questione immigrazione

Sulla questione migranti, una delle più dibattute negli ultimi tempi, il Presidente del Consiglio è fondamentalmente sulla stessa lunghezza d'onda di Matteo Salvini, ricordando che la Politica del governo è quella di ridurre le partenze per diminuire anche i tragici bilanci delle vittime del mare.

Al contempo, Conte si è rivolto anche agli altri Stati europei, chiedendo la costituzione di un gabinetto o comitato di crisi che sia sotto la gestione della Commissione Ue, e faccia da mediatore tra i vari governi.

Inoltre ha ricordato che, nel momento in cui i Paesi extraeuropei accetteranno di non realizzare più degli hotspot, ma dei veri e propri "centri di protezione" utili per esaminare le domande d'asilo, allora l'Italia sarà pronta a muoversi per prima per trasportare tutti i profughi che avranno diritto ad entrare in Europa: "stroncando il traffico degli scafisti".