Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha annunciato una lettera indirizzata ai vertici europei affinché si smetta di addossare all'Italia la maggior parte dell'accoglienza dei migranti. E lo fa chiedendo la modifica delle norme secondo cui le imbarcazioni militari che prendono parte alle operazioni di controllo e salvataggio, coordinate dall'Italia, possano attraccare solo nei porti italiani e non in quelli di altri Stati europei. Ma prima di Conte, qualche giorno fa, già Salvini aveva richiesto la modifica delle attuali norme.

Ottimismo in ambito internazionale dopo le parole di stima di Trump al vertice Nato

Cos'è la missione Sophia e perché Salvini vuole cambiarla

La missione Sophia è un'operazione militare navale, tuttora in corso, che ha l'obiettivo di combattere la tratta di esseri umani, individuando e arrestando i responsabili. La missione è iniziata il 22 giugno 2015 sotto il nome 'missione EuNavFor Med' e il giorno 26 dello stesso mese è stato aggiunto il nome Sophia in ricordo di una bambina nata su una nave, soccorsa al largo delle coste libiche. L'operazione partì a seguito di una delle più grandi tragedie avvenute nel Mediterraneo: l'affondamento di un peschereccio con a bordo 800 migranti. Su proposta dell'Alto rappresentante UE dell’epoca, Federica Mogherini, il Consiglio Europeo decise che era necessaria l'attuazione di un piano per evitare il ripetersi di eventi simili.

Si decise allora di "adottare misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai trafficanti di esseri umani, nel pieno rispetto del diritto internazionale". Nelle settimane successive, infatti, partecipano alla missione 26 Paesi europei che misero a disposizione sei navi (tra cui l'italiana San Giorgio) e sei elicotteri.

La missione prevede, inoltre, l'addestramento della marina e della guardia costiera libiche e ha come guida proprio l'Italia, che si occupa quindi del controllo di tutto il Mediterraneo centrale. Anche se ha salvato migliaia di vite, 44.900 in tutto fino ad oggi, Sophia non è una missione nata con il fine di compiere salvataggi in mare, ma simili operazioni sono state messe in atto perché ogni nave è soggetta all'obbligo previsto dal diritto internazionale di prestare soccorso a imbarcazioni ed esseri umani in difficoltà.

E una volta prestati i soccorsi, la responsabilità, e quindi anche l'accoglienza, sono a carico della nazione guida delle operazioni: in questo caso l'Italia.

Inoltre, le navi dei Paesi membri, perché partecipanti alla missione Sophia, hanno anch'esse il diritto di attraccare nei porti italiani. Ed è proprio su questi due ultimi punti che il vicepremier Salvini esprime tutto il suo disappunto addossando le responsabilità ai precedenti governi rei di aver preso accordi "scellerati". Parole che hanno successivamente causato il presunto 'lo scontro di competenze' avuto in questi giorni con il ministro della Difesa Trenta.

Le modifiche chieste da Conte

Con la fine di quest'anno scadrà il mandato per la missione strategica Sophia ed è per questo che nelle prossime settimane è prevista una sua revisione.

durante la quale l'Italia ha intenzione di chiedere la modifica di quelle norme che prevedono che i migranti salvati siano fatti sbarcare solo sulle coste del Paese guida della missione. Ma l'accordo per la modifica può essere raggiunto solo con il benestare dei ministeri della Difesa e degli Esteri degli Stati europei. Una soluzione, quindi, tutt'altro che facile.

Crisi migratoria: questione internazionale

La soluzione alla Crisi Migratoria richiederebbe in primis un ‘gioco di squadra’ di tutte le forze politiche europee ma in secondo luogo anche una Politica internazionale volta alla mitigazione delle partenze dei richiedenti asilo dai Paesi extra-europei. Ed è proprio la strada che sta tentando di percorrere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte invitando innanzitutto i 28 Paesi membri dell'UE partecipanti al vertice europeo di fine giungo a rispettare gli accordi presi per cercare soluzioni comuni per la crisi migratoria sia in ambito europeo che internazionale.

Alla fine della conferenza stampa del vertice Nato di oggi il presidente Conte ha ricevuto parole di stima da parte del presidente statunitense Donald Trump su come stia riuscendo a ottenere risultati positivi, grazie alla sua politica 'forte', su un tema sensibile come quello dell'immigrazione. Parole che fanno ben sperare in un contributo americano negli aiuti alla stabilizzazione politica della Libia, Paese cruciale nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.