Un nuovo partito unico del centrodestra che sostituisca Forza Italia, Fd’I e anche la Lega. È questa l’idea che starebbe balenando nella mente di Matteo Salvini. Il leader leghista si trova a dover affrontare una data spartiacque nella storia del Carroccio: il 5 settembre prossimo, giorno in cui il Tribunale del Riesame di Genova, dopo il rinvio della Corte di Cassazione, si esprimerà sulla vicenda del sequestro dei conti della Lega (i famosi 49 milioni che Salvini giura di non avere in cassa). Di fronte al rischio di un partito lasciato con i conti in rosso e, letteralmente, senza un euro, il ministro dell’Interno starebbe pensando seriamente, questo il retroscena pubblicato oggi dal Corriere della Sera, di chiudere baracca per dare vita a un nuovo partito del centrodestra con lui al vertice.

Per ora, però, almeno fino alle elezioni Europee del maggio 2019, non verrebbe staccata la spina al governo Conte.

Salvini costretto a dire addio alla Lega?

Dunque, secondo quanto riporta Marco Cremonesi sul Corriere, molti esponenti della Lega sono convinti che il Tribunale del Riesame genovese confermerà il sequestro dei conti del partito, condannandolo praticamente a morte se si dovesse decidere di rivalersi anche sui conti correnti delle segreterie regionali. Niente paura, però, perché basterà fondare un nuovo movimento politico, che magari non contenga più nemmeno la parola Lega, per salvarsi. Ne sarebbe convinto anche il segretario Matteo Salvini il quale, rivela Cremonesi dopo aver ascoltato alcune fonti interne al Carroccio, dopo il fatidico 5 settembre potrebbe decidere di porsi alla testa della nuova formazione politica di centrodestra, spazzando via anche la possibile concorrenza di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

Fiducia al governo Conte, almeno per ora

Se il piano di Salvini dovesse davvero andare in porto, in molti vedono il rischio di un ritiro della fiducia nei confronti del governo Conte e una rottura con gli alleati del M5S. Ma, assicurano fonti leghiste, almeno per il momento tale questione nemmeno si pone e possibili nuove elezioni a marzo 2019 non sono in calendario.

Tutto cambierebbe, però, se i risultati delle Europee dovessero rivelarsi “abbaglianti” per la Lega (o nuovo partito di Salvini). A quel punto il ministro dell’Interno potrebbe staccare la spina all’esecutivo per ambire a conquistare personalmente Palazzo Chigi. Il pressing sul M5S comunque resta alto, soprattutto su flat tax, riforma delle pensioni, ‘pace fiscale’ con Equitalia e Grandi Opere come la Pedemontana. Temi su cui il leader leghista ha investito molta della sua credibilità.