Nella puntata di questo martedì 21 agosto della trasmissione "In onda" su La7 è intervenuta come ospite principale Roberta Pinotti, parlamentare del Partito Democratico ed ex ministra della Difesa, la quale ha partecipato nei giorni scorsi ai funerali di Stato delle vittime del Ponte Morandi a Genova ed ha vissuto in prima persona l'episodio delle contestazioni contro i dirigenti del Pd. Vediamo che cosa ha detto.
Contestazione al PD ai funerali di Genova, Pinotti: 'Poteva starci la rabbia della folla, ma è stato molto doloroso'
Roberta Pinotti ha esordito: "Quello che è successo dopo la tragedia e prima dei funerali mi ha colpito: chi ha responsabilità Politica dovrebbe in quei casi chiamare il Paese all'unità e invece ha iniziato subito a cercare il colpevole, dal PD che governava prima alla famiglia Benetton.
Invece stavolta si sono scagliati contro chi c'era prima al Governo. Io non l'ho mai fatto in passato contro chi governava".
Poi ha proseguito: "Trovo sbagliato che noi passiamo come quelli che difendono Autostrade o le concessioni: quello che deve fare il PD in questo momento è stare vicini alla città e ai genovesi. Qualcuno ci ha spinto verso l'essere rappresentati come il 'partito dell'establishment' e forse alcune volte anche noi siamo stati poco capaci di raccontare le cose buone fatte o troppo timidi nell'essere percepiti come vicini ai problemi veri della gente".
Entrando nel merito della contestazione ai funerali, Pinotti ha detto: "In un momento tragico come quello poteva starci la rabbia da parte della folla, ed io e Maurizio Martina siamo stati identificati come membri del Governo precedente e quindi in quanto tali "colpevoli".
Per me è stato molto doloroso, perché io vivevo lo stesso dolore di tutti: da genovese passavo molto spesso su quel ponte. Sarei andata al funerale anche sapendo che poteva essere una situazione difficile, forse non potevo immaginare che sarebbe diventato un momento di contrapposizione fra applausi e fischi. Ringrazio Martina di essere venuto: lui è il segretario nazionale ed è giusto che un partito come il nostro partecipi a dei funerali di Stato.
C'erano anche i nostri parlamentari eletti in Liguria e i consiglieri regionali".
'Nulla da ridire sul fatto che il Governo abbia subito detto 'togliamo le concessioni', ci voleva una posizione dura'
Roberta Pinotti ha poi precisato: "La questione principale in questo momento è che i due vicepremier, che sono arrivati insieme ai funerali, hanno creato una serie di aspettative immense come se loro, da soli, potessero essere dei 'giustizieri'.
Ma devono stare attenti a non soffiare sulle aspettative, perché i mesi passano e quando si governa si ha una responsabilità ulteriore. Io quando ho avuto responsabilità di Governo non ho mai detto cose che non avrei poi potuto fare. E' vero: hanno detto parole nette, ma dicono cose diverse fra loro sulle nazionalizzazioni o sulla Gronda".
L'ex ministra un po' a sorpresa ha poi aggiunto: "Io non ho nulla da ridire sul fatto che il Governo abbia immediatamente detto 'togliamo le concessioni', credo che ci dovesse essere una posizione dura. Specie di fronte al fatto evidente che qualcuno aveva la responsabilità della manutenzione ma c'è stato un crollo: davanti a un fatto così grande, la politica può intervenire.
Però deve avere le carte in mano riguardo alla fattibilità e al fatto che Genova non ci vada a rimettere: non vorrei che di fronte a questa decisione forte e decisa ci rimanesse sotto Genova con le carte bollate: ad esempio se togliere le concessioni significa che poi non viene ricostruito il ponte".
Pinotti ha poi proseguito: "Noi come Pd siamo apparsi come le vestali del mercato, dell'Europa e del pareggio di bilancio: questo è negativo. Qualcuno ci ha rappresentato così, in realtà vediamo che anche il ministro Tria quando va in Europa è molto più prudente di chi fa le dichiarazioni sui giornali. Noi forse abbiamo spiegato poco quello che abbiamo ottenuto ai tempi di Padoan. Su Autostrade il secondo Governo Prodi aveva iniziato ad avere qualche dubbio, poi il Governo Berlusconi ha confermato la concessione col voto della Lega e di Salvini, noi come PD contestammo che stavano dando molti profitti e chiedendo pochissimo in cambio.
E' chiaro che lo Stato deve essere garante della sicurezza dei cittadini e che debba prendersi delle responsabilità, ma che lo Stato sia il miglior gestore non lo so. Se però decidiamo di dare qualcosa in concessione dobbiamo anche poter controllare che sia gestito nel miglior modo possibile. Io non credo che tutto quello che abbiamo fatto nei 20 anni precedenti vada bene: cogliamo questa occasione anche per aprire una riflessione sulle scelte fatte e ragioniamo su cosa è andato e cosa no, portando delle proposte per il paese del futuro".
'Una parte del popolo ci vede come nemici e lontani, io mi interrogo profondamente e deve farlo tutto il PD con umiltà'
Pinotti ha aggiunto: "In una città storicamente a sinistra come Genova, le contestazioni a noi e gli applausi al Governo devono farci riflettere: com'è che abbiamo creato così tanta delusione in un popolo che doveva sentirsi salvaguardato da noi?
I più deboli, che non vivono nel centro ma in periferia, come mai ci hanno visti come distanti da chi ha difficoltà? Eppure loro sono la ragione sociale della nostra esistenza. Se una parte di popolo ci vede come nemici e lontani, io mi interrogo profondamente e deve farlo tutto il PD con umiltà e attenzione".
Prima di concludere: "Affinché una democrazia funzioni, servono maggioranza e opposizione: noi abbiamo la responsabilità di rimetterci in piedi, essendo in mezzo dove ci sono i problemi senza la paura di poter prendere i fischi, e ricostruendo una vicinanza con le persone (...) Non mi sento di dire che abbiamo governato male, ma non abbiamo accompagnato tutto questo con la politica e con la capacità di prevedere gli effetti di ciò che facevamo (...) Cambiare simbolo o nome al PD non mi interessa, piuttosto pensiamo ai contenuti e al radicamento sociale: su questo dobbiamo lavorare con umiltà.
Ci vuole anche un ricambio: io per prima da tempo lavoro coi giovani, è giusto che chi ha più esperienza al momento giusto lasci spazio a nuove forze (...) Il momento è difficile ma la politica gira rapidamente, noi dobbiamo, non solo dare l'impressione, ma dimostrare oggettivamente che abbiamo imparato la lezione".