Nella giornata di ieri si è tenuto il meeting di Rimini dove il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha annunciato una rivoluzione delle istituzioni con una frase che può risultare scioccante: "Il Parlamento non conta nulla, si cambia". Ovviamente si tratta di un'intenzione, ma sicuramente ha il suo peso politico.
Giorgetti nega l'utilità del Parlamento
Giancarlo Giorgetti è un uomo della Lega ma rispettato da quasi tutto l'arco istituzionale, è ritenuto essere un interprete credibile anche da chi non ha votato né per Di Maio né per Salvini. Si tratta di un uomo stimato anche dalla Gelmini, da Lupi, e anche da Delrio.
Non porta la giacca ma solo una camicia di colore bianco, un po' sciupata, "per non somigliare né a Conte né a Renzi" dice Giorgetti. "La democrazia rappresentativa è ormai superata, il Parlamento non conta più nulla ed è inutile farne un feticcio - esclama il sottosegretario - le persone lo vedono come un luogo di inconcludenza. Il populismo ha vinto, prima in America e ora un po' ovunque, e consacra il rapporto diretto tra leader e popolo". Secondo Giorgetti, le istituzioni vanno cambiate radicalmente e velocemente, per "non rischiare di buttare via la democrazia"; il sottosegretario spinge affinché vengano trovati altri modi di partecipazione politica del popolo, oltre il like sui social.
"Bisogna mettere mano alle istituzioni, poiché altrimenti quello che sta accadendo intorno ai palazzi non potremo contenerlo", dice preoccupato Giorgetti. La soluzione? Secondo il braccio destro della Lega, l'elezione del presidente della Repubblica dovrebbe essere diretta, dovrebbe esistere una sola Camera e andrebbe ridotto il numero dei deputati.
Gli altri ospiti al meeting di Rimini
Al meeting di Rimini ha parlato anche l'ex ministro delle infrastrutture Delrio, il quale a sorpresa è stato accolto da un applauso nonostante qualcuno, dopo i fatti di Genova, poteva avere qualcosa da ridire. Un saluto del pubblico che non era compatimento, ma di rispetto e stima. In questo clima sereno, Delrio ha spiegato di non essere mai stato accondiscendente verso i privati e garantisce appoggio al piano di Giorgetti per la messa in sicurezza di ferrovie e strade.
"Se Giorgetti mi chiedesse di badare a suo figlio mentre governa, lo farei. Voglio che governi bene", ha esclamato l'ex ministro davanti a un Giorgetti visibilmente sbalordito. Poi è stata la volta di Maurizio Lupi, anche lui accondiscendente verso le politiche del governo: "Se falliscono, falliamo tutti".