Dopo lo scontro diretto tra il ministro dell'Interno Salvini ed il ministro lussemburghese Asselborn a Vienna mercoledì scorso, quest'ultimo coglie l'occasione del colloquio con la versione online del settimanale tedesco Spiegel.de per attaccare nuovamente il rivale. «Matteo Salvini usa metodi e toni dei fascisti degli anni Trenta», ha affermato.

Parole che hanno scatenato la replica del segretario della Lega, il quale ha sottolineato di non essere assolutamente fascista e di attenersi semplicemente al rispetto delle regole, invitando il lussemburghese ad accogliere i migranti nel proprio Paese.

La versione di Asselborn

Asselborn non poteva che tornare a parlare del tanto controverso video riguardante l'accesa discussione con il titolare del Viminale. Secondo il lussemburghese, quella del segretario leghista è stata una provocazione calcolata, quasi come se fosse stata studiata a tavolino. E riguardo al video, invece, ha affermato di non essersi reso conto sul momento di essere ripreso, essendo stato fatto «a sua insaputa». Sfida anche coloro che hanno ripreso il dibattito, rammentando che, qualora vengano fatte le riprese di incontri di ministri dell'Unione europea o persino di capi di Stato o di Governo, non potrà mai esserci un dibattito franco.

Il ministro del Lussemburgo ha aggiunto, in seguito, che non si è trattato di un incontro qualsiasi, e nemmeno di un caso isolato, tornando ad attaccare i collaboratori del vicepremier che, sempre secondo Asselborn, «si piazzano nelle sale in posizioni strategiche», riprendendo tutto ciò che viene detto da Salvini.

Nonostante l'affondo al "rivale" in tema di immigrazione, il lussemburghese non ha ritrattato nessuna delle affermazioni pronunciate.

La controversa personalità di Asselborn

Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, è membro del Partito Socialista Operaio Lussemburghese, ed è molto tenace nel mantenere la guida della diplomazia del Paese che rappresenta, dato che esercita la carica di Ministro degli Esteri da ben quattordici anni (precisamente dal 31 luglio 2004) ed è un convinto anti-populista.

La dialettica del ministro viene definita da alcuni come "simile ad una caffettiera": borbotta, ribolle e poi esplode (proprio come è avvenuto nel battibecco con il ministro Salvini). Anche in patria è considerato un personaggio dalla personalità stravagante e impulsiva. Alcuni poi lo criticano per essere talvolta assente dal Consiglio dei Ministri, conseguenza comunque anche del fatto di essere Ministro degli Esteri, e per evitare di entrare troppo nel merito delle questioni politiche.