Il Decreto Sicurezza approvato ieri dal Consiglio dei Ministri non piace a Liberi e Uguali, tanto che Pietro Grasso promette: 'Saremo fermamente contro'. Nicola Fratoianni usa un'ironia pungente, scrivendo che 'Ci mancava solo un decreto che cancellasse le poche cose buone fatte per l'accoglienza', mentre Loredana De Petris e Stefano Fassina sottolineano la lesione dei diritti dei migranti.

Grasso: 'Lo chiama Decreto Salvini, ma si legge Decreto Razzista'

Poche le parole del leader di LeU, Pietro Grasso, che però chiariscono in modo inequivocabile la sua posizione.

''Lo chiama Decreto Salvini per vantarsi del successo sui social, ma si legge Decreto Razzista - scrive il senatore - I Cinque Stelle approvano all'unanimità e consegnano alla Lega mani e piedi. Il tutto sulla pelle dei più deboli. Saremo fermamente contro''.

La senatrice Loredana De Petris, invece, si dilunga sulla spiegazione dell'incostituzionalità del dl, definendolo ''un testo gravemente lesivo dei diritti civili e umani, che non si concilia né con lo spirito né con la lettera della Costituzione''. ''Appare del tutto ingiustificato il ricorso allo strumento del decreto, in assenza di qualsiasi requisito di necessità e urgenza- spiega la De Petris- E' gravissima la cancellazione di fatto della protezione umanitaria, garantita dall'art.

10 della Costituzione. La stretta sul diritto d'asilo e sulla revoca della cittadinanza è in realtà fortissima e mira apertamente non a garantire sicurezza ai cittadini, ma a rendere molto più facile l'espulsione dei rifugiati. Il raddoppio dei tempi di permanenza nei centri di accoglienza significa costringere a mesi di reclusione i rifugiati, anche in assenza di qualsiasi ipotesi di reato.

La matrice securitaria e giustizialista, oltre che profondamente xenofoba, di questo decreto traspare anche dalle norme sulla sicurezza, a partire dall'innalzamento delle pene per gli 'occupanti abusivi', viatico a quella campagna sugli sgomberi di massa che il governo aveva già minacciato. Ci auguriamo che nei prossimi passaggi parlamentari gli evidenti profili di incostituzionalità di questo decreto vengano cancellati o adeguatamente modificati''.

Fratoianni: 'Decreto razzista a costo zero'

Dura anche la critica di Nicola Fratoianni, che con ironia afferma: ''Serviva proprio un decreto di questo governo che cancellasse le poche cose buone fatte in Italia per l'accoglienza e i fenomeni migratori, come il sistema Sprar/Enti Locali. Serviva proprio un decreto che collegasse in modo arbitrario e sbagliato le migrazioni e la sicurezza, che fa poco o niente contro la criminalità organizzata e a sostegno delle forze dell'ordine. Serviva proprio un decreto così, un decreto razzista a costo zero, al premier Salvini e ai suoi subordinati del M5S per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla realtà che non riescono a mantenere le promesse elettorali fatte agli italiani''.

Stefano Fassina, infine, ha commentato il decreto sicurezza in un'intervista a Radio Radicale. ''Sicuramente ci saranno delle resistenze'' dichiara il deputato, che descrive il provvedimento come ''sbagliato e propagandistico'', oltre che ''funzionale alla distrazione''. Secondo il deputato, il decreto ''interviene su un problema vero, ma lo fa colpendo i diritti delle persone'' e senza apportare beneficio alla sicurezza nel Paese. ''La sicurezza si migliora attraverso le politiche per l'integrazione - sottolinea Fassina- mentre il decreto ne è privo. Anzi, l'unica struttura che in questi anni ha promosso l'integrazione, come lo Sprar, viene ridimensionata nella sua portata''. Tra le cose che lo lasciano più perplesso, c'è la mancanza di altre possibili risoluzioni.

''Qual è l'alternativa al canale dei permessi umanitari? Che cosa c'è in alternativa agli Sprar?'' chiede, aggiungendo che è ''per questo motivo che i cittadini devono stare attenti: è un'operazione propagandistica che racconta di migliorare la sicurezza ma non lo fa. Se non ci sono soluzioni alternative per l'integrazione, colpendo le condizioni e i diritti delle persone coinvolte, la sicurezza pubblica non migliora''.