Il congresso del Partito Democratico si terrà, come era stato più volte dichiarato dai dirigenti Dem, prima delle elezioni Europee in programma nel maggio 2019. A ribadire quella che per lui sembra quasi una certezza è Nicola zingaretti, governatore del Lazio e, soprattutto, al momento unico candidato alle primarie per la segreteria Pd. Zingaretti risponde, anche se indirettamente, alla provocazione lanciata ieri dal presidente Matteo Orfini il quale, dal palco della manifestazione romana Left wing, aveva parlato della necessità non solo di cambiare nome al Pd, ma di scioglierlo e rifondarlo scrivendo anche un nuovo statuto che coinvolga anche la cosiddetta ‘società civile’.

Il ruolo di Renzi e i sospetti di Zingaretti

Il sospetto di Zingaretti, e di molti addetti ai lavori, è che lo scopo di Orfini sia solo quello di rinviare la data del congresso a dopo le elezioni Europee per permettere alle altre correnti interne, soprattutto quella renziana a cui l’ex giovane turco è ancora legato, di riorganizzarsi e provare a riconquistare il Nazareno. Matteo Renzi, però, come riporta questa mattina il quotidiano Repubblica, si sarebbe detto all’oscuro della ‘operazione Orfini’. Ma il sospetto è che l’ex segretario guardi con favore la possibilità di ritrovarsi in una nuova formazione politica alla quale potrebbe dare la sua impronta esclusiva. Una sorta di partito alla Macron, ipotesi ventilata da diverso tempo, ma mai tradotta in atti concreti.

In alternativa, se il Pd invece dovesse rimanere più o meno quello che è oggi, i renziani potrebbero candidare alla segreteria una donna come la senatrice Teresa Bellanova. Anche se il più quotato pretendente alla poltrona più importante del Nazareno resta al momento il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, il quale però avrebbe posto come condizione per il suo passo avanti quello indietro del rivale Zingaretti.

Botta e risposta tra Orfini e Zingaretti

Dunque, come accennato sopra, Matteo Orfini pensa non solo a cambiare nome al Pd, ma addirittura di scioglierlo e rifondarlo completamente. Secondo il presidente Dem il partito così come è “non funziona”, per questo occorre coinvolgere quella che a sinistra viene chiamata la società civile (artisti, intellettuali, cantanti, attori etc) nelle decisioni di vertice.

Ma sono in molti a sospettare che, dietro l’iniziativa orfiniana, si nasconda la manina di Renzi, desideroso di rinviare il congresso al più tardi possibile. Per questo Orfini ha attaccato direttamente Zingaretti chiamando in causa la candidatura nel Lazio di un “notabile” come Bruno Astorre, da poco eletto senatore. Zingaretti, però, fiuta la trappola preparata da Orfini e ribatte a stretto giro di posta. Ospite della festa dell’Udc a Fiuggi, il governatore laziale ha ribadito chiaramente la necessità di tenere le elezioni primarie del Pd “prima delle Europee”, parlando di “cambiamento” e di “ricostruzione di una alternativa”, ma senza arrivare all’ipotesi ultimativa di sciogliere il Pd.